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2022: tiriamo le somme

Inutile ripetere, nelle riflessioni di fine anno, le difficoltà che tutta l’orologeria ha incontrato con le varie “tempeste”. Dalla pandemia, all’invasione dell’Ucraina e ai problemi legati all’economia europea e non solo. Una volta di più però il piccolo comparto orologiero, rispetto a quelli macro che compongono la sopravvivenza di tutte le Nazioni, ci sembra abbia saputo dare risposte positive.

At the end of 2022 something about watchmaking: everything considered, this year unveiled lights and shadows, but mainly that watchmaking is still alive: new Brands and important programs.

Con cautela, a fianco delle presentazioni virtuali, sono tornate anche quelle fisiche con risultati soddisfacenti; in alcuni casi si è tornati alle cifre pre-pandemia; anche se le statistiche vanno lette con prudenza, un conto è riferirsi a produzioni di poche migliaia o centinaia di pezzi all’anno, un altro è se si parla di decine di migliaia. Da sottlineare comunque che non sono mancate le presentazioni di nuovi Marchi, nati dalla passione che gli orologi sanno suscitare sia in chi li ha scelti come professione, sia in chi dispone di fantasia creativa, meglio se unita a disponibilità economiche.

Così abbiamo visto nascere nuovi Marchi, come per esempio Hemera o Byrne, e crescere altri dei quali non molti erano a conoscenza, e infine un rinnovato interesse da parte di gruppi finanziari; tra i più recenti l’acquisizione di Partner Group della maggioranza azionaria di Breitling, mentre altri nomi storici hanno imboccato la strada dell’indipendenza e ci riferiamo ovviamente a Ulysse Nardin e Girard-Perregaux.

In fatto di mercati da rilevare che il Regno Unito ha assunto una nuova dimensione sia sotto il profilo interno, pensiamo per esempio a Bremont, sia sotto quello internazionale con grandi nomi che fanno a gara per affittare negozi o allestire mostre nei più famosi grandi magazzini della Capitale britannica.

Minori le “Breaking news” del nostro mercato, dove per altro è da ricordare l’acquisizione di T.C.M. da parte di D1Milano, il ritorno dei Raymond Weil distribuiti da Luxora Group, i segnatempo Venezianico, e, tra gli espositori della terza edizione di W.O.I. Watches of Italy, anche marchi come Locman con il movimento realizzato in Italia o orologi che gli ideatori (del Centro Europa, ma innamorati dell’Italia) hanno chiamato Ligure, iscrivendoli anche al G.P.H.G.2022.

Oggi pomeriggio ci sono arrivati gli auguri di Linde Werdelin e ne riportiamo una frase: We can’t really explain why 2022 has been such a good year for us but it could be something not related to economy and more that we have been around making watches since 2002 and that more and more people appreciate what we do and how we do things at Linde Werdelin. Questa azienda, come d’altronde anche molte altre, ha presentato novità legandole al XX anniversario, ad un aiuto tangibile alla Croce Rossa Ucraina e alla pubblicazione di una serie di aneddoti su orologi e scelte, mentre in futuro ci saranno importanti cambiamenti: “one of which is to launch not limited numbered editions; a first in more than 16 years of watchmaking – we feel this new chapter will provide for more creative freedom“.

In conclusione un anno di luci e ombre, ma con una buona dose di vitalità che fa ben sperare nel 2023.

AUGURI a tutti da: soloPolso

2 comments on “2022: tiriamo le somme

  1. Carlo Fontana ha detto:

    Cara Elena ,ti informo TCM resta di mia proprietà,con tutta la collezione storica e lo stock, al momento attuale d1 milano ha in licenza la gestione del marchio fino a fine 2023.
    Apprezzo sempre i tuoi articoli ,la mia puntualizzazione è solo un piccolo dettaglio irrilevante
    Colgo l’occasione per augurarti un sereno 2023 ,Carlo F.

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