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Category: Storia

Vulcain: 60 anni dopo il K2

cc 1954_CampagnoniAngelinoPaganiFantinDesioAbramSoldaLacedelliBonattiViottoGallottiReyFloreaniniPuchozDomani, 31 luglio, è il 60° anniversario della conquista italiana del K2. Vulcain, azienda orologiera elvetica, non dimentica quella scalata, Walter Bonatti e il Cricket al suo polso. Nel 2011, dopo la scomparsa di Bonatti, lo aveva ricordato e ringraziato “di cuore”; sul web “Worldtempus” ne aveva  riassunto il messaggio, pubblicando foto del K2, dell’Urdukas e lettere di guide alpine sulle caratteristiche dell’orologio. Tra le immagini del 1954, a lato, quella con Compagnoni, Pagani, Desio, Soldà, Lacedelli, Bonatti, Viotto, Gallotti, Rey, Floreanini e Puchoz e, in chiusura, il Cricket attuale.

 

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Dal Barone di Münchhausen a Omega e alla NASA

Senza titoloIl fantastico viaggio sulla luna descritto dall’affabulatore tedesco del XVIII secolo, si è tramutato in realtà 45 anni or sono con l’Apollo 11 il cui lancio avvenne il 16 luglio 1969. Molti ricordano la notte del 20/21 luglio che per la TV italiana ha avuto le voci di Tito Stagno e, dagli USA, di Ruggero Orlando; pochi giorni fa in un’intervista televisiva il primo ha rievocato quei momenti, svelando anche un segreto: a lungo era stato collegato solo via radio senza vedere cosa stesse succedendo nel Mare della Tranquillità.

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Regine e orologi

Se il castello della Malmaison è stato restaurato da Piaget per le antiche rose del suo giardino voluto dall’Imperatrice Josephine, Le Petit Trianon, il Louvre, Maria Antonietta e Carolina di Napoli, hanno affascinato negli anni passati Breguet, o meglio Nicholas G.Hayek Sr. divenuto presidente del Marchio dopo averlo acquistato per il Gruppo Swatch.

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Buon compleanno Paperino

Nel 1934 dalla magica matita di Walt Disney nasceva Paperino. Agli inizi meno simpatico di Topolino, anche nella versione di zio Paperone, ha poi avuto tre nipotini e la famiglia allargata ha dato vita a molti cartoni animati, presentati dopo quello del 9 giugno 1934.

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Come si misura il tempo?

La risposta è facile. Oggi basta un orologio analogico, le sue lancette partono dalla mezzanotte e se è digitale le cifre arabe rendono il tutto ancora più semplice.

 

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Oris: 110 anni e un nuovo movimento

09_Oris Calibre 110La Marca di Hölstein, nata nel 1904 con due soci – gli orologiai Paul Cattin e Georges Christian – è stata, se non l’unica certo la prima ad avere anche in Italia un suo stabilimento. Ha sempre prodotto in house i movimenti e sino ad oggi ha sviluppato 229 Calibri. Nel 1910 aveva 300 dipendenti e le filiali si susseguivano.

 

 

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Bvlgari: 130 anni di storia

Nell’intervista  a Jean-Christophe Babin sono già state presentate le più importanti novità orologiere con l’Octo Finissimo, anche tourbillon, e la nuova collezione femminile Lucea che si rivolge ad un pubblico più vasto.

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Sull’Extra-fort: “Ardisco non ordisco”

CHRONO 4 acciaio retroGabriele D’Annunzio, poeta-scrittore-soldato-aviatore-italianlover-dandy sempre elegante, creato Principe di Montenevoso e ideatore di fortunati slogan e nomi “imaginifici” (chi più ne ha più ne metta), è stato anche il primo a coniare  parole inedite nella nostra lingua. D’altro canto un giorno chiese ad Anatole France cosa facessero i francesi delle 35.000 parole a disposizione, visto che delle 40.000 del loro vocabolario ne impiegavano solo 5000…

 

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L’Artiglio di TCM

ARTIGLIO BLUELa marca italiana, tornata da poco sul mercato, fa sul serio e riprende, in termini attuali, temi sviluppati in passato. Il nuovo automatico con movimento Swiss Made, sub a 100 atmosfere (mille metri), con lunetta girevole e valvola di scarico per il gas elio, è dedicato a due navi della nostra Marina, Artiglio e Artiglio II, famose nel mondo per recuperi subacquei.

Il motto della nave, Memento Audere Semper, si adattava perfettamente anche al viareggino Alberto Gianni.

 

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In società per la corona

P24C_400Non è una corona nel senso più comune della parola, anche se la Regina Vittoria concorse a rendere famosa l’invenzione, ma quella rotellina che ha cambiato il mondo orologiero. Adrien Philippe mandava in soffitta le chiavette che, infilate nel foro sul quadrante, caricavano il movimento. Piccoli strumenti anche in metallo prezioso, che oggi si ammirano nei Musei; Vacheron Constantin ha loro dedicato un libro, ma anche privati collezionisti le conservano. L’ingegnosità del sistema, nel 1845, fece nascere la Patek Philippe.

 

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