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A Ginevra tempo di fiere: analogie fra ieri e oggi

Non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole e quanto letto sulla stampa che segue le rassegne orologiere, mi ha ricordato le querelles fra il S.I.H.H. e Baselworld.

There is nothing new under Sun and what I read on watch magazines about Exhibitions, made me remember “querelles” in former years, between Geneve S.I.H.H. and Baselworld.

Abbiamo infatti letto che il presidente di WandW, Jean Frederic Dufour CEO di Rolex (con altri big dell’orologeria è nel Comitato che accetta o meno le richieste di partecipazione al Palexo) aveva rivolto un invito al Gruppo Swatch perché fosse presente, ricevendone risposta negativa. L’8.4.2024, giornata dedicata alla stampa mr. Dufour avrebbe poi definito “pirates” i Marchi presenti negli altri spazi espositivi della città. Certo una caduta di stile poi corretta, riconoscendo che comunque contribuiscono all’economia ginevrina.

Oggi, come nel secolo scorso, al S.I.H.H. Salone internazionale dell’Alta Orologeria fondato negli anni ’90, i costi sostenuti dai vari Marchi per esporre al Palexpo comprendono anche i viaggi e l’alloggio di giornalisti e negozianti selezionati; per il vitto nel Salone allora c’erano tavoli apparecchiati a disposizione per light lunches mentre per le cene bastavano gli inviti delle Maisons. Baselworld era meno generosa: alloggio nelle barche sul Reno e in fiera snack nel bar riservato alla stampa o light lunches in spazi abbastanza ristretti. Vietati gli alcolici visto che un anno un collega inglese aveva abusato di una bottiglia di whiskey con il risultato di una caduta rovinosa seguita da un gesso ortopedico.

Al S.I.H.H. (dal 2020 diventato WandW) la stampa, divisa per nazioni, veniva prelevata nei rispettivi alberghi e portata al Salone sotto lo sguardo vigile delle PR che radunavano gli “eletti”, attente a non perderne nessuno. C’era sempre qualcuno che cercava di prendere un taxi invece del pullman per andare a visitare qualche Maison indipendente, soprattutto F.P.Journe; negli ultimi anni però qualche Marchio ginevrino, per esempio Franck Muller, decise di prolungare di un giorno l’invito in albergo così da poter contare correttamente sulla presenza della stampa. Un problema erano gli orari visto che tutto chiudeva tra le 18 e le 19; adesso invece in città o negli alberghi gli orari, rispetto a quelli del Salone, in alcuni casi sono stati prolungati.

Insomma essere fisicamente presenti a Ginevra è sempre una bella anche se faticosa avventura, da ricordare nel tempo, mentre sotto il profilo operativo non solo la rete mette a disposizione di tutti le novità esposte, ma quest’anno si possono seguire online anche le visite guidate negli stand; potenza delle nuove tecnologie; aspettando che l’A.I. renda inutile anche il nostro modesto contributo…

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