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Un Omega “Frankestein” e relativa denuncia

Nel secolo scorso sulla rivista cartacea POLSO di cui ero Direttore responsabile, spesso ci occupavamo di aste e di record, allora avevamo una sicurezza dataci da Antiquorum e da Osvaldo Patrizi al quale chiedere consiglio. In seguito su soloPolso online ci siamo occupati di aste molto meno e sempre dopo aver controllato il controllabile, per quanto in nostro potere.

During last Century on paper revue POLSO we wrote often about Auction, being supported by Antiquorum and mr Osvaldo Patrizi; on SoloPolso online we wrote much more less about and only when it was possible to be sure. So the “Frankestein” Omega is not a surprise, something has happened for a U.N. whose components where not the ones used for that watch as UN could confirm (but also other important Brands were involved).

Così la notizia di un falso Omega degli anni ’50, nella foto sopra, pubblicata da WatchPro, non ci stupisce poi molto. Un fatto analogo, che riguardava un Ulysse Nardin venne scoperto molti anni fa da Gubelin (una delle più famose orologerie svizzere e sulla cui correttezza non si poteva avanzare alcun dubbio).Al negozio di Lucerna l’acquirente si era rivolto per un controllo, scoprendo, ahimè per lui, che i componenti erano autentici, ma che appartenevano a orologi di epoche diverse. C’era tutta un’organizzazione di malfattori che provvedeva a recuperare da addetti infedeli in vari stabilimenti, componenti diversi che poi venivano assemblati con cura. All’epoca noi arrivammo invitati allo stabilimento di UN a Le Locle per scrivere un articolo, piacevolmente sorpresi dalla bandiera italiana messa in ns onore, ma non riuscivamo a comprendere il nervosismo che aleggiava in tutta la fabbrica; solo in seguito lo scoprimmo. Quando il bubbone divenne pubblico e la truffa scoperta. Va da sé che UN di Le Locle e ovviamente Gubelin, non risultarono coinvolti, anzi insieme ad altri nomi importanti, compreso Rolex, avrebbero dovuto dichiararsi parte lesa e forse l’hanno fatto, ma invece di una notizia con titoli a nove colonne, come sarebbe accaduto in Italia, i cauti svizzeri non la pubblicarono in Corpo 8 ma quasi…cosicché lo scandalo, compreso dove i movimenti veniva assemblati, venne in qualche modo circoscritto.

Tornando all’Omega che ha dato origine al ns. ricordo, completiamo la notizia del 19 Luglio pubblicata su WatchPro, riportando quanto pubblicato dal quotidiano NZZ di Zurigo: “I pubblici ministeri di Berna hanno confermato che Omega ha presentato una denuncia penale contro le persone coinvolte nell’affare Speedygate. Il caso riguarda la vendita di uno Speedmaster CK2915-1 con lancette a freccia e quadrante tropicale, che si diceva fosse un originale del 1957, ma successivamente confermato essere un orologio Frankenstein assemblato con componenti di vari orologi vintage. L’orologio era stato venduto da Phillips a Ginevra nel 2021 per 3 milioni di dollari, ma a suo tempo furono sollevate domande, sulla descrizione dell’orologio da parte del banditore, dal blogger Jose Perez sul suo sito web Perezcope”.

One comment on “Un Omega “Frankestein” e relativa denuncia

  1. Marisa Addomine ha detto:

    Brutte storie. Io ricordo, quando dirigevo il Dipartimento di Orologeria di una nota Casa d’Aste milanese, di aver intercettato un Royal Oak con quadrante color cioccolato e cassa in oro rosa, che non risultava in alcun catalogo. Portato da Audemars Piguet, che ancora ringrazio, risultò essere tutto originale, ma con cassa, quadrante e movimento provenienti da tre esemplari differenti. Non andò in asta, con grande delusione del proprietario, che doveva aver pagato una cifra non indifferente per avere un esemplare ‘unico’. Eh sì, veramente unico…

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