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Girard-Perregaux nel 2019

Ci sono orologi icona che tornano in mente non appena si pensa al nome della Marca, così per Girard-Perregaux è normale ricordare i modelli con tre (o meno) ponti – dall’oro allo zaffiro – sino al Neo Bridge.

Many iconic watches come in mind just only writing the name of the firm and for Girard-Perregaux this happens for Three (or less) golden bridges and for others Vintage collections but since last year Laureato watch is in pole position with many novelties with the title From Earth to Sky.

A seguire poi le collezioni Vintage, che Gino Macaluso aveva legato agli anni ’40 e ‘60, senza poi dimenticare gli orologi dedicati alle Ferrari (due infatti erano le grandi passioni di Macaluso, scomparso nel 2010, le automobili e gli orologi). Ma c’è anche un altro Girard-Perregaux che negli anni ’70, sull’onda del successo del Royal Oak e del Nautilus si era imposto anche per il nome scelto – a quanto sembra – dall’allora distributore italiano: il Laureato; il successo del film con Dustin Hoffman continuava e l’abbinamento poteva attirare l’attenzione anche sul segnatempo.

Nel 1995 l’edizione del Laureato in acciaio e movimento automatico

Così è stato, almeno nei primi tempi; poi però il Laureato è stato surclassato dalle altre collezioni, anche se per contrastare l’invasione giapponese del quarzo la fabbrica di La Chaux-de-Fonds si era subito adeguata alla nuova tecnologia producendo un movimento elettronico che per la precisione era stato definito cronometro, così nel 1995 questo modello era tornato al meccanico con movimento di Manifattura e alcuni dettagli estetici modificati (dall’ottagono della lunetta allo spessore della cassa e del movimento). In quegli anni Girard-Perregaux, con il Gruppo Sowind, voluto da Macaluso e che era proprietario di Girard -Pìaerregaux e di Daniel JeanRichard, poi solo JeanRichard, che oggi dorme in un cassetto in attesa di tempi migliori, era tornata nel posto che le competeva.

IL laureato squelette in ceramica nera

Dal 2011 Girard-Perregaux è uno dei fiori all’occhiello del Gruppo Kering (che già nel 2009 aveva una consistente partecipazione nel Gruppo Sowind) e a parte ricordi storici magari poco noti e dimenticati dai pur solerti uffici marketing o della comunicazione, eccoci a scrivere del Laureato che ha completato nel 2019 la rivincita iniziata nel 2018 con il cronografo, e si trova adesso in pole position con lo squelette (cassa in ceramica nera ø 42 mm, spessore mm.10,93 w.r.m.100; fondo in vetro zaffiro, movimento Calibro GP01800-1041 trattato PVD blu, A/h 28.800) e con il Calendario Perpetuo, che custodisce nella cassa in acciaio ø 42 mm (spessore mm 11,64  fondo in vetro zaffiro w.r. m.100) il movimento automatico di Manifattura Calibro GP01800-0033, 46 rubini, 28.800 A/h. Sul quadrante galvanico blu a Clous de Paris con forma di piccole piramidi, insolita la posizione delle indicazioni: giorno della settimana alle 9, datario a lancetta fra le 2 e le 3; quadriennio alle 6 sopra i mesi indicati da un puntatore alle 5; per le correzioni il pulsante alle 8 controlla i giorni, mentre data, mese e anno sono comandati dalla corona che agisce avanti o indietro; comunque la correzione manuale è richiesta solo ogni 100 anni.

Il Laureato Calendario Perpetuo

A Milano al Fuori Salone 2019 alcune novità della Marca orologiera sono state presentate in una nuova location, il ristorante Vikissimo (per chi non lo sapesse è stato inaugurato da poco in via Silvio Pellico).

Neo Bridges

Lo slogan scelto per le nuove produzioni GP è “From Earth to Sky”. Il Laureato rientra nella prima ipotesi, nella seconda ricordiamo il Neo Bridges (nella foto a fianco) con la cassa in titanio trattato DLC nero e PVD blu sul movimento automatico di manifattura il Calibro GP08400-0001 con microrotore, A/h 21.600 e un grande bilanciere (ø 10,15 mm) a inerzia variabile.

Sempre nella linea Bridges il Cosmos 1966 ci ha affascinato per il movimento, con scappamento a tourbillon e i due globi in titanio inciso al laser che ruotano, dedicati al cielo (a ore 9 la mappa celeste che ruota nel tempo del giorno siderale: 23h 58’4” mostrando le costellazioni dello zodiaco invisibili a mezzogiorno dal lato quadrante e quelle visibili a mezzanotte dal fondo) e alla terra (a ore 3 l’altro globo ruota come la terra mostrando l’indicazione giorno/notte sia locale sia di un altro fuso con la fascia 24h e un modellino della terra). Ma ne abbiamo apprezzato anche il design che vivacizza la tradizionale scelta simmetrica a favore di motivazioni più profonde e nel quale ha preso parte un architetto figlio d’arte, Stefano Macaluso, che oggi affianca la Maison in particolari occasioni. La cassa ø 47 mm è in titanio micropallinato, le corone di regolazione sono dei perni incassati sul fondello per ricarica, messa all’ora e regolazione dei due globi; il vetro zaffiro bombato è un glassbox con effetto lente; il movimento manuale è il Calibro GP09320-1098 composto d 362 elementi, 52 i rubini e 21.600 le A/h, con un grande ponte del tourbillon in titanio trattato PVD nero; il quadrante in zaffiro metallizzato è rivestito con idroceramica luminescente e mostra a mezzogiorno ore e minuti decentrati.

Cosmos, fronte e retro, nella collezione Bridges

Tornando al Laureato e alle versioni per chi ama il total black e la ceramica – il tutto garantito da un passato storico, tecnico e di qualità – ricordiamo che con estetica black e uno splendido quadrante blu c’è anche il cronografo 1966.

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