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Riflessioni: gennaio 2017

Un salone come il SIHH 2017 desta sempre interesse, tanto più che per la prima volta è stato aperto al pubblico, sia pur per poche ore e con un biglietto abbastanza salato. Quindi visitatori e curiosità per i modelli complicati, spesso irraggiungibili persino nei sogni.

An Exhibition like SIHH is always interesting, visitors and journalists were looking for complicated watches, so expensive even to dream of. Reality sees many problems, reduced production, changes in management. But a watch is not only look, technology or business, it is also culture and emotions, therefore here some emotions from Geneva.

Molti dei supercomplicati sono stati pianificati quando l’ottimismo era euforia e continuano ad essere perfetti per la promozione, alcuni modelli di base, prodotti da grandi Marchi, vedono cifre abbastanza abbordabili se si scelgono casse in acciaio. Un orologio però non è solo estetica, tecnica e … business, è cultura ed emozione e sotto questo profilo ecco alcune emozioni ginevrine.

AUDEMARS PIGUET

Royal Oak in pole position. Per lanciare nuove versioni si cercano spunti di marketing come gli anniversari; per esempio quello del primo modello in oro che nel ‘77 faceva tornare il Royal Oak nell’ambito naturale del lusso: l’oro. Il nuovo extrapiatto è bello anche se di questi tempi, con il bracciale d’oro, è consigliabile portarlo sul polso destro se si guida l’auto. Siamo innamorati di questo orologio – e per par condicio anche del Reverso JLC classico – ed è difficile la scelta fra il quadrante blu e quello champagne; per la tecnica il movimento è il Calibro 2121, spessore mm 3,05, rubini 36, A/h 19.800. Al top c’è anche una versione in oro rosa squelette con scappamento a tourbillon.(50 esemplari) che si è affiancata al platino del 40° anniversario e poi all’oro giallo.

IWC

Il 2017 è l’anno del Da Vinci, nato nel 1985 e che l’anno seguente aveva stupito il mondo per l’impiego della ceramica hi-tech, materiale “duro, sinterizzato ad alte temperature” e la spiegazione di allora continuava sul tema dell’alchimia che modificava elementi mai prima impiegati in orologeria. il Da Vinci cronografo automatico Ref.3755, in ceramica bianca o grigia Q.P con fasi lunari inaugurava una nuova era, così come il piccolo cronografo da Vinci Ref.9534 per polsi femminili; il modello maschile Ref.3750 aveva l’indicazione dell’anno con le quattro cifre. Ricordi a parte nella collezione attuale c’è un automatico 36 mm (nella foto) perfetto per i polsi femminili e per chi non rinuncia ai complicati al top della collezione ricordiamo il Tourbillon Rétrograde Chronograph flyback automatico in oro rosso ø 44 mm con data a retrograde.

GIRARD-PERREGAUX

Dopo qualche anno di Baselworld GP è tornato a Ginevra dove, tra l’altro, ha presentato il Laureato, l’orologio che ha preso il nome dall’omonimo film. Ideato negli anni ‘70 da Gino Macaluso aveva messo in risalto il design. Nel 2005 Macaluso, diventato presidente di GP, in un’intervista rilasciataci per il Dossier Orologi de La Stampa, aveva sottolineato quanto il design fosse importante per lui: “ho sempre voluto trasformare il pensiero in linee – ci aveva detto – esprimermi sulla carta con la matita per volumi e proporzioni; anche mio figlio Stefano sembra aver ereditato questa passione. La forma legata alla funzionalità vuol dire emozione”. Allora tra gli orologi pubblicati avevamo scelto un Laureato Evo 3 questa volta privilegiamo il modello femminile, dovremmo chiamarlo Laureata? Cassa tonneau ø 34 mm con diamanti, lunetta ottagonale, cinturino o bracciale con maglie orizzontali, movimento al quarzo..

PIAGET

L’Altiplano compie 60 anni e all’anniversario è stata dedicata un’ampia collezione con extrapiatti dotati di tourbillon, con un classico segnatempo per lui (ma anche per lei). Per i modelli femminili la Marca punta sul colore e sui diamanti entrando sempre più nel mondo dell’accessorio prezioso.

 

A fronte delle luci del salone sta una realtà difficile che vede imprese orologiere fare i conti con mercati in recessione e così riducono la produzione come appare sulla stampa locale mentre quella internazionale spesso soprassiede. Grandi manovre a fine marzo ai vertici del gruppo Richemont, come annunciato in novembre per Montblanc, mentre per Piaget e Vacheron Constantin la notizia è diventata ufficiale il 31 gennaio. In un’intervista Jean Claude Biver di LVMH, annuncia che dopo Zenith si occuperà personalmente di TAG Heuer. Basterà appoggiarsi all’esperienza di vecchi o nuovi manager o ci si dovrà accontentare dell’export elvetico tornato ai livelli del 2011?

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