Quando il Consiglio d’Amministrazione di un‘azienda, non operante nel settore delle lancette, decide di intraprendere l’ardua via dell’orologeria di lusso, si pone dei paletti da rispettare tassativamente, per non cadere nel segmento “orologeria promozionale”. La Leica AG, appoggiandosi prima alla “Lehmann Präzision GmbH Uhrenmanufaktur” (Manifattura d’Orologi) nel Baden-Württemberg, luogo storico per l’orologeria tedesca, e poi, dal 2023, anche a “Chronode” (altro epicentro orologiaio stavolta elvetico, a Le Locle) più che dei suddetti paletti, ha gettato le basi di veri e propri pilastri in cemento armato!
Leica entered some years ago in fine mechanical watchmaking with Lehmann Präzision GmbH Uhrenmanufaktur, and continues this philosophy with Swiss Chronode movements, according to dr. A. Kaufmann’s, Leica major shareholder, decisions. Here how from high-quality camera high-end watches were born.
Già di per sé il nome “Leica” è sinonimo nel mondo intero, per possibili acquirenti di macchine fotografiche, di qualità assoluta. Basti pensare che i più rinomati fotografi d’ogni continente usano le fotocamere assiane, utilizzando per di più le ormai sempre meno diffuse pellicole, insomma quelle con DIN e ASA. Il passo compiuto dal dr. Andreas Kaufmann, azionista di maggioranza, è stato in piena sintonia con la fama incontestata di cui gode quest’azienda tedesca. Sul finire dell’anno 2024, la premiazione del “Leica Oskar Barnack Award” ha fatto da sfondo alla presentazione dell’ultimo nato in Casa Leica: lo ZM 11 (Segnatempo 11). Di questo modello, assai grintoso nell’estetica e molto ambizioso nella meccanica, abbiamo già scritto ampiamente nel Dicembre u.s. Ricordiamo anche, per i non addetti del settore fotografico, che fotografi provenienti dai quattro angoli della terra partecipano dal 1980 al concorso annuale “Oskar Barnack Award”, organizzato a Wetzlar, vicino a Francoforte sul Meno, in onore di Oskar Barnack, ingegnere ottico, meccanico, disegnatore industriale tedesco e, infine, padre della fotocamera su pellicola 35 millimetri.
Lo ZM 11 è il degno erede delle collezioni ZM 1 (con ore, minuti, piccoli secondi, datario e indicatore della riserva di carica) e ZM 2 (che aggiunge a quanto offerto dallo ZM 1, un secondo fuso orario e relativa scala a 12 ore sul rehaut); inizialmente, queste collezioni recavano le sigle L 1 e L 2 (“L”, ovviamente, come Leica). Con la crescita della Famiglia si è optato per la sigla comune ZM, diciamo di carattere prettamente più “orologiero” e meno legato alla parentela “fotografica”. Lo ZM 1 attuale presenta una cassa dalle linee “teutoniche”, sul quadrante il cambio rapido del datario al “3”, i piccoli secondi al “6”, mentre l’indicatore della riserva di carica è posizionato tra l’”8” e il “9”.
La corona a pulsante, brevettata per entrambe le linee ZM 1 e ZM 2, concretizza un altro chiaro riferimento stilistico al pulsante di scatto color rosso (Leica!) tipico delle fotocamere: una volta premuta, permette di azzerare la lancetta dei piccoli secondi se è impostata la funzione della messa all’ora; altrimenti consente direttamente la carica del movimento. La situazione può essere facilmente verificata grazie a un piccolo oblò, che per mezzo di un disco rosso (Leica!) o bianco, indica se la corona è in modalità di carica o d’impostazione delle lancette. L’attivazione della corona pulsante, quindi, è in grado di caricare l’orologio e di disaccoppiare gli ingranaggi delle lancette da quelli del movimento, andando così a permettere una perfetta regolazione dell’ora, magari avvalendosi del segnale orario. Una volta nuovamente premuta la corona, gli ingranaggi del movimento delle lancette tornano ad accoppiarsi senza alcun problema. La filosofia valida per le macchine fotografiche trova un altro segno indistinguibile aziendale nell’indicazione della riserva, poiché la finestrella s’ispira all’apertura e alla chiusura simmetrica dei diaframmi negli obbiettivi delle fotocamere. Il Leica ZM 2, invece, vanta una complicazione in più rispetto a quelle dello ZM 1: sulla cassa al “4” è stata aggiunta la corona per il secondo fuso orario, che regola la scala delle 12 ore poste sul rehaut, coadiuvata dall’indicazione “day/night” sul quadrante, anch’essa di chiara ispirazione al regolatore “ASA/DIN” delle macchine fotografiche.
Il movimento, a carica manuale, con 26 rubini, ha 28.800 alternanze/ora, una riserva di marcia di oltre 60 ore ed è stato sviluppato in stretta collaborazione tra le due Case tedesche, situate l’una nella regione (Land) della Foresta Nera e l’altra nell’Assia. La finitura, in parte smerigliata e in parte lucidata del movimento, completa l’estetica a vista dal lato del fondello a vite: la cassa è impermeabile a 5 ATM. I due modelli ZM 1 e ZM 2, più che per le rispettive qualità d’alta orologeria di Manifattura, si pongono in prima linea perché sono stati presentati nel 2022, ossia durante una pandemia globale! Questa scelta, per un’azienda non proprio a tradizione “orologiera”, è stata un’ulteriore testimonianza del carattere e del coraggio del Direttivo dell’impresa stessa.
Dopo solo due anni, infine, è arrivato, a Ottobre 2024, il modello ZM 11, che vale non solo come evoluzione, ma forse più quale vera rivoluzione, soprattutto per quanto riguarda l’estetica, non più di stampo prettamente “teutonico”. La prima cosa che affascina sono le forme arrotondate della cassa, il “vestito” del movimento, massiccio e leggiadro allo stesso tempo. Poi c’è il quadrante, che dalla lavorazione a listelli, come quando l’ombra del sole è proiettata sulla parete, passando attraverso una tenda da sole lamellare, incute una certa “cattiveria”. Insomma, nel suo insieme un vero “bad boy” dell’orologeria. Se si aggiunge che il movimento è nato da una collaborazione esclusiva per Leica con la svizzera Chronode, bene, il gioco non solo è fatto, ma è vincente!
Ma procediamo per passi, facendone uno indietro. Non si tratta solo di “Leica”, ma più di una parte di essa e che di nome fa “Ernst Leitz Werkstätten“ (Officine EL), site sempre a Wetzlar, nel villaggio globale “Leica”, dedicato non solo alla fotografia, e che consigliamo di andare a visitare. Purtroppo, al momento in azienda non vi sono orologiai italiani, ma la ricerca di manodopera è in continua espansione e non conosce confini. La Centrale della divisione orologi Leica annovera, nel frattempo, un gruppo di orologiai esperti, supportati dai partner d’alto livello, citati ad inizio articolo. Anche la Germania come altri Paesi affronta una carenza di maestranze qualificate in vari settori, in particolare tra la forza lavoro ben istruita. Ecco perché l’azienda sviluppa direttamente al proprio interno nuovi talenti orologiai, dando la priorità a programmi di formazione completi, estendendoli anche alla presenza in negozio, per garantire un’eccellenza uniforme in tutti i settori operativi.
Henrik Ekdahl, con notevole esperienza nel campo dell’orologeria accumulata presso marchi come Cartier e IWC, ma anche presso BMW e Rolls-Royce (ergo ad altissimo livello!), è stato da poco nominato Amministratore delegato di Ernst Leitz Werkstätten. Recente ed ennesimo indizio o, meglio, riconferma di come questa “Locomotiva” dell’Assia stia accelerando sempre più.
Torniamo brevemente indietro al modello ZM11. La bellezza del movimento, sviluppato in esclusiva con Chronode (azienda fondata dal maestro orologiaio Jean-François Mojon) si vede dal fondello, ovviamente a vista. L’orologeria tedesca difficilmente stupisce con effetti speciali; si concentra, non solo in questo campo ma anche in altri, maggiormente sulla capacità d’utilizzo fine a se stessa. Ecco che un semplice “ore, minuti, secondi e datario” s’impone alla nostra attenzione per il suo insieme più che armonico.
Concludiamo questo excursus orologiero, aggiungendo che la Sede centrale di Wetzlar ospita un rigoroso reparto di controllo qualità dedicato a garantire che gli orologi siano dapprima testati, secondo gli standard più elevati, e solo in seguito inviati ai futuri felici proprietari. Lorenzo Sutti