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Fino al 31.1.2018 Dalì in mostra da Pisa

Se un Re di Francia amava stupire i borghesi, Salvador Dalì era un maestro dell’ironia soprattuto quando parlava con  i giornalisti. Ne ho scritto pochi giorni fa, ricordando l’incontro avuto con il Maestro a Port Lligat e ne ho avuto conferma parlando a lungo con Beniamino Levi presidente di Universe Dalì, storico e collezionista, che ha presentato l’eccezionale mostra delle sculture di Dalì da Pisa.

If a french King used to astonish people, Salvador Dalì was an ironic master, mainly with journalists. I wrote about this some days ago and Mr Beniamino Levi, president of Universe Dalì, during exhibition in Pisa shop confirmed my opinion. Besides Dalì sculptures also some funny watches by Cartier (Crash) and Exaequo (Softwatch).

La donna del tempo e a destra L’angelo del trionfo, sotto Persistenza della memoria e Dance of Time in oro, 404 diamanti e 236 rubini

Salvador Dalì era un uomo perfettamente normale nei rapporti con il prossimo, ma amava, proprio come Luigi XIV, “épater le bourgeois” con frasi ad effetto. Ne riportiamo alcune fa quelle riprese nella scenografia della mostra: “Non aver paura della perfezione, non la raggiungerai mai”, “L’intelligenza senza ambizione è come un uccello senza ali” e ancora “Sono in uno stato di erezione intellettuale permanente”. Fino al 31 gennaio si possono leggere da Pisa nei tre piani del meganegozio in via Verri, ammirando la trentina (o quasi) di sculture museali e multipli, in metalli e anche in pietre preziose; molte delle quali raffigurano il celebre orologio molle che Dalì definì “il Camembert paranoico, critico, molle, stravagante e unico del tempo e dello spazio”. La memoria infatti non solo scolorisce gli avvenimenti, ma ne modifica anche la struttura.

Intanto in piazza San Babila, a poca distanza dall’orologeria Pisa troneggia una scultura del celebre orologio in dimensioni monumentali che sicuramente sarebbe piaciuta a Dalì.

Quelle esposte da Pisa invece hanno dimensioni contenute, adatte per  un salotto o uno studio oppure, visto il loro materiale prezioso, da custodire in una cassaforte.

Per curiosità in seguito sono andata a leggere il Dizionario Enciclopedico della Treccani (nell’Enciclopedia degli anni ’40 Dalì non ebbe l’onore di una citazione) mentre negli anni ’70 è stato liquidato con poche righe: “Esponente del movimento surrealista è riuscito a richiamare su di sé l’attenzione, più che per vere qualità artistiche, con trovate pubblicitarie e scandalistiche e col carattere morboso della sua figurazione, pur sostenuta da un’eccezionale abilità tecnica.” Come sono cambiati i tempi e i giudizi!

Cartier un Crash presentato nel 2013 e uno del 2016, con quadrante scheletrato, entrambi realizzati in tirature limitate

Oltre all’orologio molle vogliamo anche ricordare, fra le idee originali anche il Crash di Cartier. Anni fa avevo chiesto al responsabile storico del Marchio se ci fosse un’analogia fra il Crash, nato negli anni ’60, e l’orologio molle che apparve nei primi anni ‘30 “Assolutaamente no – fu la risposta – è stato ideato dai nostri stilisti che avevano visto come si era ridotto un orologio dopo un incidente d’auto”.

Infine ricordiamo che c’è stato nel 1989/90 anche un esemplare italiano che si è ispirato all’orologio molle di Dalì. Il Softwatch, questo il suo nome, era un segnatempo realizzato da Exaequo con movimento al quarzo, cassa in acciaio trattata palladio o gold pvd e cinturino blu in pelle; nonostante abbia quasi vent’anni è tuttora disponibile in rete.

 

 

 

 

 

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