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Un libro e una mostra da non perdere

libro conquisa del empoDominique Flechon, storico dell’orologeria, ha scritto – fermandosi al 2011 – “La conquista del tempo” (migliore però il titolo in inglese Mastery of time) in cui narra la storia degli strumenti, naturali o nati dall’ingegno dell’uomo, per misurare il trascorrere del tempo, alla ricerca della precisione.

A book and an exhibition of watches belonging to Museum and watches Brands, in Milano, Biblioteca Ambrosiana, till June 14th.

 

 

Gli abbiamo chiesto quanto tempo gli fosse stato necessario, ha sorriso rispondendo “tutta una vita“, vale a dire più dei quarant’anni dedicati alle ricerche orologiere. Membro del Comitato culturale della Fondazione Alta Orologeria, per quasi 17 anni esperto d’alta orologeria presso il Gruppo Richemont, è l’esperto che ha curato molte delle mostre culturali nell’ambito del S.I.H.H. a Ginevra, mostre che pochi di noi sono riusciti a vedere bene, scappando tra una sessione e l’altra delle lezioni tenute sulle novità dalle aziende espositrici.

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Sopra: 1995 rubidium orologio atomico, 1970 Beta 21, XVII sec.Rocaille Table Clock, XVII sec. Sundial portatile, qui XVII sec. pendant watch con una sola lancetta, Dominique Flechon, la Pinacoteca Ambrosiana nella cui biblioteca c’è la mostra, 1910 Waltham, uno dei primi esemplari di “convertible watch” proposto dalla marca americana

Dopo l’edizione di Flammarion in inglese, il libro di 456 pagine, edito adesso in Italiano da Marsilio su carta patinata con 300 illustrazioni a colori (€ 75), è diviso in sei parti; inizia con l’orologeria figlia dell’astronomia conducendo poi dai primi strumenti meccanici ai giorni nostri con l’alta orologeria tecnica e preziosa e i segnatempo non solo opere d’arte, ma anche arte di vivere. È stato presentato alla vernice della mostra “La conquista del tempo” organizzata a Milano dalla Fondazione Alta Orologeria; nella Biblioteca Ambrosiana dove, nella sala Federiciana voluta da Federico Borromeo, novanta preziosi orologi dei Musei di La Chaux-de-Fonds e Le Locle o dei patrimoni delle Maison, fino al 14 giugno si trovano in ottima compagnia di molti fogli del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, la più grande raccolta dei disegni di questo genio italiano, conservata nella Pinacoteca.

 

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