Caricamento immagini...

Per HYT molti colori

H1 RED2-Mushroom-150dpiLa scelta di nuovi colori è sempre stata legata ai segnatempo fashion, che si adeguano alle proposte stagionali dell’abbigliamento. Adesso però la ricerca di tinte diverse per edizioni particolari coinvolge anche gli orologi che fanno della tecnica il loro fiore all’occhiello, come l’HYT1 a lato.Non parliamo di cinturini o di quadranti, per quanto in entrambi i casi questi due componenti abbiano polarizzato l’attenzione degli appassionati. Questa volta siamo di fronte a scelte cromatiche per HYT,  l’orologio di Vincent Perriard, che ha interpretato con moderni fluidi il concetto della clessidra. Presentato nel 2012 su un’idea di Perriard attuata da Giulio Papi e dal suo team, ha destato molto interesse. In questi due anni è stato realizzato in molte referenze: dall’oro rosa al titanio, che è stato affiancato anche al platino, al trattamento DLC e altro, come  per esempio l’abbinamento tra ore fluidiche retrograde blu, cassa in titanio e quadrante grigio; una scelta che ha dato il nome Iceberg all’HYT1  completato dalla corona rivestita in caucciù blu e dal cinturino bianco.

HYT 1 e 2

HYT1 con serbaoi affiancati, ref. Alumen Blu, Graphite Project; HYT2 serbatoi a V: Black DLC, Ttanium, Titanium platino

Contemporaneamente il Marchio ha intrapreso molti viaggi per presentarsi anche su mercati lontani. Il risultato? la sede si è dimostrata inadeguata per il portafoglio ordini e recentemente HYT ha traslocato dal lago di Bienne a quello di Neuchatel. Dall’HYT1 all’HYT2 il principio è inalterato anche se cambia la disposizione dei due serbatoi, con soffietti in lega segreta, a V o affiancati che regolano il movimento dei fluidi espandendosi e contraendosi. Uno contiene un liquido acquoso con fluorosceina, l’altro un liquido viscoso; i due liquidi, che per leggi naturali non si mischiano, entrano in un tubo e  indicano poi a retrograde sul quadrante il trascorrere del tempo a saltarello. Un sistema che potrebbe in futuro rappresentare l’orologeria del terzo millennio? forse, ammettendo che il tourbillon sia stato l’elemento più adeguato per rappresentare quella del XIX secolo.

Oggi sotto la direzione di Bruno Montarlier, responsabile tecnico della Marca e con la collaborazione di François Mojon di Chronod, questo orologio non cessa di stupire. L’estetica è di Sébastien Perret che ha disegnato una cassa massiccia, ø 48,8 mm e un quadrante a strati. Nella foto in evidenza, presa dall’alto, si vede al centro il regolatore dei minuti alle 12, sotto alle 9.30 la ruota dei piccoli secondi; a ore 2.30 la riserva di carica di 65 ore suddivisa in tre archi. Indici applicati che si prolungano anche con tacche sulla carrure, la corona, rivestita in caucciù, è a ore 2.3o.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *