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L’INTERVISTA: Elio Menzione, Ambasciatore d’Italia a Berlino

Il nostro inviato, Lorenzo Sutti, ha intervistato S.E. Elio Menzione, Ambasciatore della Repubblica Italiana in Germania. Tema dell’incontro “il tempo”, articolato in più sfaccettature: gli strumenti per misurarlo, come Sua Eccellenza lo vive, quali orologi gli sono stati cari, quali preferisce…

Incontriamo a Berlino, una delle più importanti Metropoli dell’Europa occidentale, l’Ambasciatore della Repubblica Italiana, Sua Eccellenza Elio Menzione. Appassionato più di numismatica che di orologeria, non nasconde il fatto che degli orologi, più che l’impiego per vedere l’ora, gli piace poterne vedere il movimento meccanico. Non a caso fa bella mostra di sé e dei suoi ruotismi, una pendulette sulla scrivania dell’Ambasciatore. Operativo dal 2001, il dottor Menzione ha prestato il suo servizio diplomatico nelle sedi italiane di Cuba, del Sud Africa, della Colombia e ora in Germania a Berlino.
BERLINO: S.E.Elio Menzione e l'inviato di soloPolso

Berlino: S.E.Elio Menzione e l’inviato di soloPolso

Durante l’incontro, mentre ci parla di un orologio al quale è particolarmente legato, gli vediamo un’espressione speciale. Era l’orologio di suo padre: un Cyma a carica manuale della metà anni ‘50, che purtroppo, a causa di una “qualche caduta” di troppo, ha perso la precedente affidabilità. Per non rischiare di incorrere in eventuali ritardi, ha scelto, in un negozio di Pretoria, un Seiko con bracciale; un orologio pratico e adatto a tutte le occasioni. In effetti, l’acquisto a Pretoria è anche stato il primo e unico che abbia effettuato personalmente.
Dei modelli storici da tasca possiede due “cipolloni”, ereditati da parte della nonna materna. Questa parente è stata molto importante, anche perché fu lei a regalargli un Omega, il suo primo orologio, quando allora aveva poco più di dieci anni.
Figlio di madre tedesca e di padre napoletano – lo evidenziamo – perché come portafortuna non ha un orologio portafortuna, ma un amuleto sul portachiavi della macchina, con i tipici simboli partenopei. Lo possiede da quando in Perù è sopravvissuto con un pick-up a un volo in un dirupo di 80 metri. Una buona dose di fortuna, ma anche un resistente rollbar, gli permettono oggi di poterlo raccontare. Del Sudamerica ricorda anche quando a Lima cercarono di derubarlo dell’orologio e come grazie a un guizzo, riuscì a difenderlo in extremis!
Fra gli orologi da polso preferisce quelli di stile moderno, possibilmente con movimento meccanico. Al quarzo si è dovuto “rassegnare” per la praticità d’uso e ne sa ben valutare le prestazioni in fatto di precisione e affidabilità. Al nostro Ambasciatore piace una dose di rischio, anche se calcolato. Per lui i treni o gli aerei preferiti sono quelli presi, per così dire, al volo! E in questo caso la precisione è d’obbligo. Nel 99 % dei casi riesce sempre nel suo intento. “Anche se un modello da taschino ha un suo innegabile fascino – dice – quello da polso resta senza ombra di dubbio l’orologio più pratico”.
Berlino è una città grande, ma allo stesso tempo rilassante; i suoi abitanti sono gente rilassata. Così il rapporto che questo italiano vive con il Tempo nella Capitale tedesca è come quello dei suoi abitanti: un saggio confronto con lo scandire di minuti e ore. Quando rientra in Italia, per passarvi le vacanze, ne assapora la diversa dimensione, che contraddistingue la vita del quotidiano trantran. Periodicamente, secondo la normativa, fa rientro al Ministero a Roma in attesa, dopo un periodo passato in Patria, di una nuova destinazione. Il fatto di lasciare una Sede diplomatica è un misto tra nostalgia – dovuta agli affetti sviluppati durante la carica – e una vivace curiosità per quanto riserba il futuro.
Degli orologi, sottolinea ancora un particolare: non apprezza i modelli che con varie suonerie segnano la fine del tempo a disposizione! L’orologio per lui “purtroppo” è una necessità e ammira incondizionatamente la sorella, che riesce a farne senza. Sa che al Quirinale c’è una collezione di pendole, ma ci rimanda al Presidente Napolitano per sapere se nel frattempo vi siano stati aggiunti anche dei modelli da polso.
La sede dell'Ambasciata d'Italia a Berlino

La sede dell’Ambasciata d’Italia a Berlino

Un segno del tempo, che comunque si può vedere nella nostra Ambasciata di Berlino, dopo la Seconda Guerra Mondiale è stato restaurato il palazzo ripristinando i danni subiti e ponendo vicino a loro resti di ogive di canone e altre munizioni, a ricordo di un conflitto che ha distrutto tante vite e che dovrebbe aver insegnato, alle nuove generazioni, come le guerre non dovrebbero più esserci. (L.S.)

 

6 comments on “L’INTERVISTA: Elio Menzione, Ambasciatore d’Italia a Berlino

  1. Lorenzo Sutti ha detto:

    Sempre bello!!!! Sempre 😉

  2. Lorenzo Sutti ha detto:

    Sempre interessante!!! ;”’-)

  3. Lorenzo Sutti ha detto:

    Sempre attuale!!!

  4. Lorenzo Sutti ha detto:

    Sempre diplomatico!!! :”’-)

  5. Lorenzo Attilio Sutti ha detto:

    31.03.2019; sempre bello! :’-)

  6. Lorenzo Attilio Sutti ha detto:

    Sono passati solo 8 mesi, ma resto sempre stupito!!! :”’-)

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