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Collezionisti al Palace

Anche quest’anno il Palace accoglierà i Marchi più interessanti per gli appassionati del collezionismo.
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AHCI – Accademia Orologiai Creatori Indipendenti

Presenti i Maestri Orologiai che fanno parte di questo gruppo creato da Svend Andersen e Vincent Calabrese nel 1985.
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S.I.H.H. il primo appuntamento

Il mare visto da Baume&Mercier

Il mare visto da Baume&Mercier

È passato già un po’ di tempo da gennaio, il primo appuntamento  orologiero dell’anno, ma ho voluto comunque parlarne in rete per presentare i modelli che, secondo me, sono al top di ogni Marca. Il S.I.H.H. non è una fiera ma una via del centro nelle capitali dello shopping, un’isola pedonale attrezzata con divani, bar-ristorante e catering a disposizione dei visitatori. I brand dispongono di una serie di vetrine affacciate sotto portici, di reception con belle ragazze e di uffici interni per ricevere i concessionari.

Si cammina tra gli addetti ai lavori – l’ingresso è rigorosamente a inviti – in un’atmosfera ovattata, a volte troppo calda. Assenti giustificati quest’anno Girard-Perregaux e JeanRichard che vedremo a Baselworld perché ormai fanno parte del Gruppo PPR; presente al completo il Gruppo Richemont e fra gli indipendenti Greubel Forsay, Richard Mille, Audemars Piguet e Parmigiani. Circa 1200 i giornalisti accreditati, ridotto a prima vista il numero deI rappresentanti della stampa cinese, però a Hong Kong per Watch&Clock di settembre e per l’appuntamento dedicato ai grandi brand sembra si siano già accreditati centinaia e centinaia di giornalisti asiatici.

L’aquila da Roger Dubuis

Andamento piuttosto tranquillo, come d’attesa, se visto nell’ottica della distribuzione, con exploit invece sotto il profilo delle novità.
Dal Tourbillon Misterioso di Cartier agli iconici Reverso e Royal Oak, al Grand Complication di A.Lange&Sohene. Prezzi leggermente più contenuti per collezioni di largo impatto, stratosferici per i supercomplicati o per quelli che rivestono un aspetto di unicità artistica e, che a detta dei costruttori, hanno già trovato gli acquirenti.Tra le curiosità: da Greubel Forsay si può vedere grazie all’ingrandimento previsto, la microscultura di Willard Wigan nel Tourbillon Art Piece 1 Doppio Tourbillon 30°, ancora in fase di realizzazione; da Roger Dubuis i cavalieri della Tavola Rotonda spiccano sul quadrante di un Excalibur. In questo stand una gigantesca aquila dorata simbolo di Ginevra e, con i loro allenatori, anche un’aquila imperiale e quella americana; c’era di che rimanere perplessi in tutti i casi. Infine lo stand di Baume&Mercier, nella prima foto, non siamo negli States, il mare è solo un fondale, ma è la giusta cornice della bella collezione Clifton.

Rolex vasta Manifattura

Forse è più giusto dire “la più vasta Manifattura svizzera” perché sono diversi gli stabilimenti che a Ginevra e a Bienne producono, solo per Rolex, gli orologi con la corona sul quadrante; sono infatti realizzati in house casse, movimenti, quadranti e bracciali.

Rolex a Plan-les-Ouates

Rolex a Plan-les-Ouates

Il traguardo produttivo annuo ipotizzato alcuni anni or sono era a sette cifre, le recenti vicissitudini economiche internazionali hanno ridimensionato le ambizioni, ma si tratta pur sempre di molte, molte e molte centinaia di migliaia di orologi.

Il centro Rolex a Genève-Acacias

Il centro Rolex a Genève-Acacias

Rolex a Chene  Bourg

Rolex a Chêne Bourg

Agli inizi della storia Rolex, iniziata nel 1906 con la scelta del nome che si può leggere senza problemi in qualsiasi lingua, Hans Wilsdorf aveva incaricato della produzione la Aegler fondata a Bienne nel 1878; in seguito questa gloriosa impresa è stata acquisita da Rolex che adesso ha costruito nella cittadina un centro di produzione con edifici ai lati di una strada, collegati da percorsi sotterranei.

A cavallo fra il 1990 e il 2000 il cuore della Rolex: direzione, uffici, e parte della produzione, era a Ginevra. Nel 1996 due torri di otto piani (oggi i piani sono 11) svettavano in località Acacias, ma pochi anni più tardi sono sorti altri edifici: quello a Chêne Bourg lungo 165 metri, dedicato al comparto dei preziosi e quello a Plan-les-Ouates dove gli edifici sono lunghi 60 metri e larghi 30, qui lavorano più di 1500 addetti (sono oltre 6000 i lavoratori Rolex sul territorio elvetico, altri 3000 sono quelli nelle filiali all’estero).

Il magazzino automatizzato a Bienne

Il magazzino automatizzato a Bienne

I due magazzini di stoccaggio dei componenti sono altri 12 metri, al loro interno hanno binari lunghi un chilometro e mezzo e 24 stazioni smistano oltre 60.000 articoli facendoli arrivare in pochi minuti ai banchi degli orologiai che li hanno richiesti.

Nell’autunno scorso infine è stato completato il piano di ampliamento che riguardava Bienne e che ha raggiunto una volumetria di 400.000 m3. Nei vari edifici sono sistemati tutti i passaggi della produzione dei movimenti, gli uffici direzionali, amministrativi e le attività di ricerca e sviluppo; gli addetti sono circa 2000. Le fondamenta arrivano a 11 metri sotto terra, il magazzino ricambi, che misura m.30x27x10, è completamente automatizzato e 14 robot si muovono alla velocità di tre metri al secondo su un percorso di Km 1,2.

La cittadella Rolex a Bienne

La cittadella Rolex a Bienne

Sia a Bienne sia a Ginevra è stata posta una grande attenzione per evitare l’impatto ambientale; a prescindere dagli impianti interni e dalle aree a verde, persino i tetti sono sistemati a giardini. A Ginevra vengono addirittura coltivate, oltre alle piantine aromatiche utili poi nella mensa aziendale, anche filari di viti per uva da tavola. Questo conferma che si può sposare l’industria con l’ambiente, basta volerlo.

MONTBLANC: al top

Sono state cinque le collezioni con la stella bianca presentate con novità all’appuntamento di gennaio e si può dire che tutte hanno uno o più modelli interessanti. Qui voglio ricordare gli sportivi TimeWalker, i classici Star e la raffinata eleganza della Grace Collection che ha perso il suo designer, tornato, con un posto che premia la sua carriera, da “mamma Swatch”, e naturalmente i pezzi forti: Villeret e Nicolas Rieussec. Leggi tutto

AUDEMARS PIGUET: al top

Royal Oak Offshore Grande Complication

Royal Oak Offshore
Grande Complication

 

Dal 1882 la Marca di Le Brassus si dedica alle grandi complicazioni, ma è la prima volta che nella cassa ø 44 mm del Royal Oak Offshore in oro rosa e ceramica o titanio e ceramica, batte un movimento automatico, che offre anche la ripetizione minuti, il cronografo rattrappante con ruota a colonne e il calendario perpetuo con le fasi di luna. Il quadrante è parzialmente traforato per mostrare l’armonia del movimento e il fondello è in vetro zaffiro. Per ottenere adeguati risultati estetici i materiali sono lavorati con tempi e costi non indifferenti.

Per i più tradizionalisti una novità ispirata a uno dei mitici Tasca anni ’20. In soli dieci esemplari il Tradition tourbillon cronografo, carica manuale, ripetizione minuti movimento di Manifattura 2874; cassa ø 47 mm in oro rosa e lunetta in oro bianco o in titanio e oro bianco.

Tradition ripetizione minuti tourbillon cronografo

Tradition ripetizione
minuti tourbillon cronografo

Infine per gli sportivi il cronografo ROO in ceramica nera ø 44 mm.  Ceramica nera per la lunetta e le anse anche per  la cassa ø 42 mm del Diver ROO, un  automatico sub a m.300 con fondo a vista e per le signore i Royal Oak in dimensioni diferenti: uno automatico con la cassa ø 37 mm e  uno al quarzo con diametro di 33 mm. E a concludere la collezione RO e ROO anche  un’edizione limitata: il cronografo Ladycat ROO.

 

A.LANGE & SOHENE: al top

All’ingresso dello stand il Grand Complication svetta in formato extramaxi. Di questo complicato, per il quale sono stati necessari sette anni di studio,  sono stati previsti sei esemplari.

Nella cassa in oro rosa ø 50 mm il movimento in house offre grande et petite sonnerie con ripetizione minuti e inoltre è un cronografo monopulsante rattrappante con lancetta fudroyrante, ha il calendario perpetuo, il ciclo quadriennale e le fasi di luna.  Non era ancora stato fissato il prezzo  (si parlava di circa due milioni di Euro) ma a quanto sembra sono già stati assegnati tutti gli esemplari.

Da ricordare, sempre nella fascia alta dell’orologeria, ma con prezzi meno stratosferici, i nuovi  modelli (automatico e con calendario annuale) e nella collezione 1815 i 200 esemplari del Grand Lange 1 Lumen e l’Up&Down carica manuale con lancetta per la riserva di carica che, riprendendo un brevetto della Casa, mantiene sottile il movimento.

Il modello più complicato della maison tedesca.

Il modello più complicato della maison tedesca.

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L’ingresso dello stand

 

 

GREUBEL FORSEY: al top

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L’alloggiamento della scultura

L’Art Piece 1, un virtuosismo che unisce la scultura all’orologeria, ha polarizzato l’attenzione di tutti nello stand Greubel Forsey. Per rendere visibile dalla cassa l’opera dello scultore,  è stato scelto un sistema ottico interno che la ingrandisce di 23 volte; nella realtà è più piccola di una capocchia di spillo e l’artista la lavora impiegando un microscopio. Il segnatempo è ancora in fase di realizzazione.

Art Piece n°1

Art Piece 1

Ma le novità non si sono esaurite con l’Art Piece 1, Greubel Forsey infatti ha anche presentato una prima mondiale:  il Doppio bilanciere inclinato del quale sono previsti solo sei esemplari.

Nella cassa in oro bianco ø 43,5 con fondo a vista, è stato possibile inserire bilancieri più grandi del solito per una ottenere una migliore inerzia. I due oscillatori a 35° collegati da un differenziale sferico che suddivide fra loro il margine di errore, non sono più sovrapposti, ma operano su piani tridimensionali diversi garantendo una più accurata precisione di marcia.

Sul quadrante la media dei due oscillatori è indicata sul quadrantino a ore 7, due i bariletti coassiali in serie con indicazione della riserva di marcia a ore 2. I componenti del movimento a carica manuale sono 365 e ben 28 sono quelli che compongono il differenziale.

Nuovo anche il Quadruple Tourbillon Secret in 8 esemplari. I due doppi tourbillon collegati dal differenziale sferico sono visibili solo dal fondello, sul quadrante si vedono i loro due ponti superiori.

PANERAI: al top

Luminor Panerai chrono fly back

Luminor Panerai chrono fly back

Novità Luminor e Radiomir, ma anche i nuovi Calibri di Manifattura P.9100 e P.100R (cronografo flyback e con il count-down) con ruota a colonne, innesto verticale, due bariletti collegati in serie, bilanciere a inerzia variabile.

Fra i Luminor da ricordare il Submersible 1950 automatico 3 days, cassa ø 47 mm in titanio satinato, sub a m.2500, movimento P.9000, due bariletti, lunetta girevole unidirezionale, valvola per il gas elio e vetro zaffiro con spessore 5,9 mm; e per gli appassionati della cronografia, il Luminor 1950 cronografo 44 mm in oro rosso o acciaio con pulsanti a sinistra. Tradizionale della Marca il ponte proteggi corona: il movimento è il Calibro P.9100; la lancetta cronografica centrale è blu per i secondi e acciaio o oro per i minuti.

Nella versione Regatta per gli appassionati di vela la cassa in titanio ha un diametro di 47 mm. Calibro P.9100R, lancette cronografiche centrali (alle 3 quella delle ore); sul rehaut il count-down dei 15’ con gli ultimi 5 in arancione e la scala tachimetrica espressa in nodi.

Altra icona della Marca la collezione dei Radiomir con il modello 1940 3 days ø 47 mm realizzato in acciaio o oro rosso, la cassa si è ispirata a quella storica anche se oggi è più sottile e con le anse non più a filo. Il movimento manuale di Manifattura è il Calibro P.3000 visibile dal fondello.

La versione con cassa di 42 mm è equipaggiata con il movimento P.999.

Il primo Pocket Watch Panerai con tourbillon

Il primo Pocket Watch
Panerai con tourbillon

Infine una novità per chi non dimentica l’eleganza di un orologio da tasca, soprattutto con un movimento complicato; è arrivato infatti il primo Pocket Watch Tourbillon GMT di Panerai. La cassa è quella dei Radiomir ø mm 59 in ceramica nera come la catena; il movimento manuale è ancorato alla cassa da 12 assi/indici in Superluminova.

IWC: al top

Il 2013 è dedicato alla rivisitazione dell’Ingenieur, uno degli storici modelli IWC; il primo risale al 1955 e Gerald Genta ne rivoluzionò l’estetica negli anni ‘70.

Un “ingegnere” visto adesso soprattutto in ottica automobilistica: nello stand della Marca di Schaffhausen infatti sono state esposte anche due Mercedes: la cosiddetta Ali di gabbiano e la mitica 658 di Fangio che prese parte alla Mille Miglia. E per accentuare i legami con le automobili e con le gare di Formula Uno Nico Rosberg e il gruppo Petronas sono stati anche ospiti d’onore al party della Marca.

Ingenieur Calendario  Perpetuo digitale

Ingenieur Calendario Perpetuo digitale

La collezione degli Ingenieur ha presentato una vasta gamma di modelli. Al top il Tourbillon a forza costante in platino e ceramica, ø 46 mm e altrettanto interessante il Calendario perpetuo con data e mese a indicazione digitale; in questo modello la cassa ø 46 mm è in alluminuro di titanio (lega usata in campo motoristico e ad accentuare i legami  con le Mercedes AMG Petronas, il rotore è a forma di cerchi d’auto) e a fianco di questo coppia d’assi ecco il Cronografo flyback in acciaio e ceramica ø 45 mm e altri modelli tanto che è facile dire che gli Ingenieur del 2013 si adattano a molte esigenze, compreso quella di chi – e non solo per lavoro – vuole che il movimento del suo orologio sia antimagnetico protetto dalla cassa interna in ferro dolce.

Un occhio anche ai prezzi, limati nei modelli base ed è già un primo passo da apprezzare per rendere anche l’alta orologeria più accessibile, anche se si parla sempre di cifre di tutto rispetto, ma un Ingenieur al polso è una soddisfazione, anche se si tratta del modello pià semplice.

Infine per chi ama la velocità e le rapide accelerazioni l’Ingenieur Automatic AMG Black Series Ceramica in edizione limitata, sopporta lo stress della SLS AMG Coupé Black Series che passa da 0 a 100 Km in 3,6 secondi.

 

19_IWC_Ingenieur Automatic

Ingenieur Automatico con bracciale