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John Harrison torna in vita

Beh, più che J.Harrison, è la replica della sua invenzione, realizzata da Bob Bray e Cesar Pragnell, che è tornata a vivere in epoca attuale. I due che si sono conosciuti nel 2022 perché entrambi appassionati di orologeria, hanno concluso il loro ambizioso progetto di replicare il primo cronometro da Marina con il quale John Harrison, orologiaio inventore del XVIII secolo, concorse al Premio Queen Ann per un orologio in grado di salvaguardare navi ed equipaggi durante la navigazione vicino a coste rocciose.

Back in the time with Marine Chronometer H1 by John Harrison in XVIII Century. A Replica has been made in our time by Broy and Pragnell, enjoy this history.

La replica di Bray e Pragnell pubblicata da WatchPro, la rivista U.S.sempre molto informata

Bob Bray, è considerato il più grande esperto nella lavorazione delle repliche del Cronometro da Marina di Harrison; dal 1999 ne ha realizzati alcuni molto piccoli, per clienti privati. Cesar Pragnell che lavora in partnership con Sinclair Clocks di cui è esclusivo retailer, ha il negozio di gioielleria a Stratford-Upon-Avon.

Oggi, con gli orologi GMT (Greenwich Mean Time), il problema di rilevare le coordinate di Latitudine e Longitudine, cioè la posizione in mare in quel momento, è semplice, ma all’epoca di J.Harrison le navi si schiantavano sugli scogli facendo un’ecatombe di morti. Per evitare queste tragedie la Regina Anna istituì un premio di 40.000 sterline per chi fosse riuscito a realizzare un orologio che fosse preciso anche dopo la permanenza di molti mesi a bordo di una nave. Ispirandosi al percorso delle stelle di notte e del sole di giorno, confrontando i dati con ciò che si vedeva sugli orologi di bordo, Harrison giunse alla soluzione del problema e realizzò dopo circa otto anni di studi, un primo cronometro da Marina che pesava più di trenta chili (era alto un’ottantina di centimetri) e garantiva una precisione che, rispetto alla realtà, mostrava pochi secondi di differenza in più o in meno. Vista però la resistenza dell’Astronomo di Corte e degli ufficiali della Royal British Marine, J.Harrison (che all’epoca realizzò altri tre esemplari della sua invenzione) impiegò circa 40 anni per riscuotere il premio, che nel frattempo si era dimezzato, ma entrò per sempre nella storia dell’orologeria moderna.

Diversi musei, anche italiani (a Firenze e Bologna) espongono repliche di questa invenzione il cui l’originale è conservato nel Royal Observatory di Greenwich.

Dal 2022 la prima idea del progetto di Broy e Pragnell si è man mano evoluta: la replica è montata su un supporto che imita il rollo delle navi, sotto la chiglia una grande ancora zavorrata oscilla lentamente avanti e indietro. Sono arrivati poi anche dettagli artistici sulla cornice della nave (quella presa a modello è la Centurion che compì uno storico viaggio in Giamaica); dettagli che sono anteriori all’epoca di J.Harrison: l’ananas, frutto tropicale, non sarebbe mai arrivato sulle tavole dei nobili del XVIII secolo senza l’aiuto dei cronometri marini.

La replica è stata esposta a Stratford-Upon-Avon nella Goldsmiths’ Hall del negozio di Pragnell; si può andare a vederla previa richiesta di appuntamento.

Per chi volesse approfondire l’argomento della Longitudine consigliamo il libro della scrittrice americana Dava Sobel sulla Longitudine; sulla copertina oltre al ritratto di J.Harrison e una immagine del Cronometro Marino H1 anche una scritta: The Longitudine, the true history of alone Genius who solved the greatest scientific problem of his time. Pubblicato più di una ventina di anni or sono da Rizzoli, lo si può trovare usato da Amazon oppure da Il Libraccio.

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