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T.C.M. behind the scene

Acronimo di Terra Cielo Mare questo Marchio ha una storia curiosa: apparteneva alla I.W.C. (probabilmente perché Hannes A.Pantli, direttore delle vendite e poi responsabile della Maison elvetica, era un grande amico del nostro Paese).

T.C.M. – meaning in italian Terra, Cielo, Mare – has an interesting history, enjoy yourself reading it below.

Gli orologi di Schaffhausen, alla fine degli anni ’80, erano distribuiti in Italia da La.Fo.Ce. società di tre amici: Emilio Fontana, Giorgio Lattuada, Ermanno Cerri; i primi due, dopo aver a lungo lavorato da Binda, erano diventati importatori (anche di Gerald Genta) raggiungendo una posizione invidiabile e avrebbero volentieri lanciato sul mercato un loro orologio; chiesero quindi a I.W.C. di cedere loro il marchio T.C.M.

da POLSO n°91 e n°95 del 2002: i primi orologi T.C.M. Sea First e Air First e, a destra, il Mancino

Il momento giusto, per realizzare il sogno milanese, arrivò nel 2001, quando I.W.C. fu acquistata dal Gruppo Richemont che, con la sua filiale, continuò la distribuzione in Italia e a Baselworld 2002 T.C.M. si presentò al giudizio dei mercati internazionali con orologi che Emilio Fontana, appassionato di storia militare (tanto quanto di gastronomia, indimenticabili le orecchiette alla pugliese gustate insieme a lui nel ristorante di piazza Mercanti) aveva voluto dedicare a momenti storici della nostra Aviazione e della Marina Militare. Tra gli Air First ebbe un grande successo il Mancino, con corona a sinistra, dedicato al celebre 12° Stormo della Regia Aviazione Italiana che sulle fusoliere aveva come stemma tre topolini, i famosi Sorci Verdi. I modelli dell’Aviazione si ispiravano agli analoghi orologi IWC e proprio per il lancio in Italia dei Big Pilot Emilio Fontana ebbe un’idea brillante, noleggiò in Svizzera un aereo militare tedesco d’epoca, il famoso Tante Jung, e vi ospitò clienti e giornalisti. Ricordo ancora l’interno in legno, il pilota che manovrava velocemente la grande ruota vicina al suo seggiolino e il rumore assordante dei motori; volammo sul lago di Como fino a Brunate, dove Fontana aveva la casa, e prima di tornare a Bresso, il pilota esegui una duplice virata sull’aeroporto Malpensa in segno di omaggio (dando le opportune spiegazioni e dalla torre di controllo sembra abbiano risposto: ma che ci fa un aereo da guerra sulla nostra pista?).

Nel corso degli anni T.C.M. fu anche charity-partner di Medici Senza Frontiere e dedicò un automatico Air First con quadrante nero e indici rosa, ad un’aviatrice milanese, Carina Negrone, che nel 1935 aveva stabilito un record, raggiungendo con il suo aereo l’altezza di 12.043 metri. Tutte le collezioni avevano un. numero limitato di esemplari, un centinaio, e questo contribuiva a fare dei T.C.M. orologi apprezzati dai collezionisti; il design era italiano, il movimento automatico ETA, anche se qualcuno suggeriva a Fontana che sarebbe stato più economico rivolgersi a movimenti asiatici.

Nel luglio 2009, dopo una breve malattia, Emilio Fontana morì e al suo posto subentrarono le figlie ormai adulte.

Nel 2012 per T.C.M. arrivò un altro Fontana (il cognome però era una semplice omonimia) il cui stabilimento di famiglia produceva bracciali e orologi e negli anni ’80-’90 fu il primo – e allora unico in Italia – a realizzare casse in platino per orologi.

T.C.M. fu affidato al giovane rappresentante della quarta generazione che ampliò la produzione; aveva una vera passione per la montagna e in quegli anni nacque l’Orienteering che gli appassionati di cinema videro al polso di Brad Pitt in World War Z 2 e nel 2017 il T.C.M. Concrete con il quadrante in calcestruzzo che, al polso dei Ragni di Lecco, scalò in esterno il grattacielo Pirelli a Milano. Accanto a questi exploit la Marca continuò però a produrre anche orologi orologi militari. In seguito Luca Fontana, che amava troppo le montagne, decise di cambiare vita rinunciando agli orologi; si avvicinava così un nuovo proprietario per il Marchio e nel 2021 T.C.M.è entrato nella scuderia di D1 Milano, fondata nel 2013 da Dario Spallone.

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