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V.Calabrese: genio e ironia

La curiosità: pregio o difetto? secondo me dipende da cosa nasce e come si sviluppa; certamente in un inventore è un pregio perché pone domande alle quali si possono dare risposte differenti, soprattutto se non si segue la via già tracciata, ma si cercano soluzioni diverse.

Curiosity: is it a value or a fault? For an inventor of course is a value because he can give different solutions to questions turning on a new road, as Calabrese (self-taught watchmaker) did with Calasys System.

A 14 anni in una Napoli che sta dimenticando le ferite del II conflitto mondiale, Vincent Calabrese inizia a lavorare in un negozio di orologi non come orologiaio ma come garzone di bottega; la passione e la curiosità per gli orologi però è grande; ne ha già smontati diversi portati da amici per riparazioni e a volte si è arrabbiato vedendo come erano ridotti..

Probabilmente nasce allora il suo desiderio di eliminare tutto ciò che può essere considerato superfluo in un movimento, mantenendone solo gli elementi essenziali. Passano gli anni, le vicende lo portano in Svizzera dove nelle prime aziende orologiere non ha vita facile perché l’ironia napoletana salta fuori anche di fronte ai capi che di questo humour sono privi, e si arriva al 1977 con il Golden Bridge (venduto a Corum), nel quale ha ridotto di oltre il 30% i componenti trasformando il movimento meccanico in un sottile ponte dorato fra due vetri zaffiro. Meno di un decennio più tardi, fondando l’Accademia degli Orologiai Creatori Indipendenti, mette in risalto come inserire il Tourbillon in una gabbia di acciaio, soggetta al magnetismo, sia assurdo; il peso di questa non è influente, la gabbia del suo Tourbillon è in oro 18 kt e funziona perfettamente.

Adesso dopo 60 anni di orologeria, molte idee brevettate con successo e anche traversie economiche (difficile essere un inventore e allo stesso tempo un abile commerciante), Vincent ha scelto l’Italia per presentare nello scorso settembre a Vicenza, la sua più recente invenzione: il sistema Calasys che elimina la spirale.

Perché proprio la spirale? “Perché – risponde Vincent – a differenza di altri componenti meccanici che una volta prodotti mantengono ciò per cui sono stati realizzati, la spirale presenta delle fragilità e sono molte le variabili che ne condizionano il buon funzionamento.” – “Non è facile – continua – metterla in piano, centrarla perfettamente sulla virola e nelle coppiglie della racchetta; le difficoltà dipendono dalla sua asimmetria, dalla sua massa e dal suo peso. Nonostante l’avvento di materiali non magnetici, questi difetti intrinsechi persistono”. Ha persino usato il termine: “le sevizie della spirale”, d’altro canto ricordiamo bene la sua frase di tanti anni fa sul Tourbillon che “non è una complicazione, ma complica la vita dell’orologiaio…”

A questo punto, essendo una giornalista appassionata di orologi, ma non un’orologiaia, lascio il campo alla spiegazione tecnica che Calabrese ha dato, presentando il nuovo sistema funzionante su un movimento meccanico, sottolineando che la teoria è una cosa, la pratica un’altra. Per oltre un anno infatti ha lavorato proprio per essere in grado di mostrare cosa accade nella realtà quando, al posto della spirale ci sia il sistema Calasys e lo ha fatto con un video in rete, che mostra la novità funzionante in un Calibro ETA 2892.

Sull’asse del bilanciere Calabrese ha sostituito la spirale con un pignone che ingrana una ruota, della quale utilizza solo una parte dei denti, cioè un rastrello. A questo punto entrano in gioco matematica ed equivalenze: il bilanciere deve avere la massima amplitudine possibile e il rastrello il più piccolo angolo di rotazione. “Impiegando per esempio un rapporto di 8 – spiega l’inventore – il pignone avrà 10 denti e il rastrello 20 della ruota originale che ne aveva 80. Se il bilanciere ha un’ampiezza di 360°, il rastrello avrà solo uno spostamento angolare di 45° (8 volte meno del bilanciere); lo spostamento angolare del rastrello è molto importante perché permette che l’organo di rinvio, grazie ai suoi due bracci elastici, possa correttamente svolgere la sua funzione di ritorno del bilanciere “.

Per chi ama i disegni tecnici ecco tre illustrazioni che spiegano cosa accade all’interno del movimento meccanico.

Fig.1 Posizione d’equilibrio. L’orologio è completamente disarmato. Grazie all’organo di richiamo, tutti gli elementi sono sotto controllo e perfettamente in posizione di equilibrio.

Fig.2 Arresto sull’entrata. È stato armato qualche dente del bariletto. La ruota d’ancora viene a toccare la paletta d’entrata. Siamo in posizione di arresto sulla paletta d’entrata. La parte esterna della forcella preme contro la parete del ponte d’ancora. L’ellisse preme sul lato interno della forcella pronta a ricevere l’impulso. Il braccio sinistro della molla di richiamo è leggermente armato per aiutare l’impulso. Alla minima scossa, la leggera forza immagazzinata dal braccio sinistro di richiamo è sufficiente per vincere il tiraggio, sollevare la leva e dare l’impulso al plateau. Il braccio destro della molla di richiamo è rimasto nella sua posizione iniziale, rispettando al 100% la simmetria assoluta del sistema. 

Fig.3 L’impulsione è terminata – Il bilanciere ha completato 330°, 9 denti di rastrello si sono spostati, la forcella è completamente bloccata contro la parete di uscita, l’ellisse non ha toccato l’esterno della forcella, quindi nessun rimbalzo, il braccio destro di richiamo è completamente armato, ma lontano dal limite di elasticità che può sopportare, ed il braccio sinistro è rimasto indifferente, al suo posto, senza alcun disturbo di tutto questo cambiamento. Vedi la linea nera che indica il centro d’equilibrio.

A questo punto torniamo alla formula dell’intervista con domande e risposte.

In rete ci sono commenti entusiasti, l’aggettivo più usato è genio o geniale, a parte le lodi che fanno sempre piacere, quali critiche o dubbi ti hanno più colpito e cosa rispondi a questi scettici? All’inizio c’erano molte più critiche. Poi con qualche risposta che ho fatto si sono smussate e sono caduti i fiori.

Pensi che si possa arrivare a una produzione interessante in termini economici e di quantità che invogli le imprese che producono movimenti ad investire nel Calasys, o ritieni sia più facile che un’azienda che possiede anche un reparto che produce movimenti, acquisti il brevetto? “Il brevetto non è in vendita perché voglio proteggerlo dalla messa in cassetto. Il Calasys è forzatamente un prodotto industriale dunque non potrò e non ho voglia di farlo da solo, la scelta che ho fatto è quella di trovare uno o più partner. Ci sarà una fabbrica per il Calasys e i suoi orologi, ma anche per quelli miei e io potrò eventualmente ridurre il mio ritmo di lavoro. Cosi vinti i tentativi di mettermi in croce, potrò seguire quella di Benedetto e darmi completamente alla filosofia”.

In attesa di ciò che potrà accadere pensi di dotare con questo sistema gli orologi con il tuo nome? “Forzatamente perché, “se aspetto e spero che già l’ora s’avvicina”, rischio di crepare senza averne fatto nemmeno uno”.

Tra i commenti letti su Facebook ci ha stupito quello che ipotizzava l’acquisto del sistema da parte di Swatch Group; non ci è sembrato di buon gusto chiedere un commento al nostro interlocutore, visto i precedenti delle sue molte idee che Blancpain non mai voluto sviluppare; da parte nostra pensiamo che se l’acquisto avvenisse porterebbe probabilmente a mettere l’idea in un cassetto (buttandone la chiave) per affossarla, visto che Swatch Group possiede Nivarox, che ha la quasi totalità della produzione di spirali. Più aderente all’attuale situazione di mercato ci sembrerebbe un interesse del Gruppo Citizen con Frédérique Constant, ma è troppo presto per ipotizzare ciò che accadrà e nemmeno Vincent ha voglia di svelare future strategie, infatti la risposta è stata sibillina: “Chi vivrà vedrà, ma ci sarà anche qualcuno che conosco che non vedrà niente.” Quindi aspettiamo e nel frattempo facciamo i nostri complimenti a un geniale amico napoletano.

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