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Moritz Grossmann: 1 tourbillon e 3 brevetti

MG_BENU_Tourb_FR_1_web“Noblesse oblige” per la rinata marca di Glashütte.

Per alcuni marchi d’orologeria il complemento tourbillon (lasciate che lo chiami così, visto che solo in rari casi diventa una complicazione) è un esercizio di stile, sia per arricchire la propria gamma di prodotti, sia per confermare il proprio know-how di grande Manifattura. Per il nuovo Benu di Moritz Grossmann si tratta di qualcosa di simile, ma con molte varianti sul tema.

 

La Manifattura dello storico marchio orologiero della Sassonia, oggi conta, dopo 5 anni di attività, 41 addetti e ha un grado in house nella realizzazione dei prodotti, pari all’85%. Con il nuovo modello, presentato a Glashütte il 21 novembre, pone un’ulteriore pietra miliare nella storia dell’azienda. Lo ha confermato Christine Hutter, bionda CEO di questa Marca indipendente, sostenuta da imprenditori e appassionati svizzeri oltre che da tedeschi, ma che, soprattutto, non operano nel settore orologiero, presentando a un platea di giornalisti internazionali il Benu Tourbillon, che continua a rispettare la filosofia di Moritz Grossmann, fondatore della Marca.

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Il nuovo Benu di Moritz Grossmann con scappamento a tourbillon

Recentemente a Glashütte, per ricordare le gesta di Moritz Grossmann, che aveva anche fondato la locale Scuola di orologeria e che ha sempre ricercato la perfezione negli orologi da tasca, gli è stato dedicato un ponte sul fiume Mueglitz. Un simbolo del collegamento tra pensieri di epoche diverse, ma che nella tecnica trovano un sicuro punto di incontro. Il team, che ha ideato il nuovo segnatempo, vuole lasciare una sua impronta nel panorama orologiero d’alta gamma, ed è per questo che sono state presentate tre domande di brevetti (per il design del ponte a V,  per l’indicazione dei minuti e per l’inedito elemento che ferma il bilanciere), poiché un nuovo orologio non deve solo stupire e piacere, ma anche colmare le lacune ancora presenti nel settore.

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Benu Tourbillon: particolari del movimento di Manifattura

Così il nuovo Calibro di Manifattura 103.0 è un carica manuale; il tourbillon è volante ispirandosi al modello ideato da Alfred Helwig negli anni Venti, ma con una gabbia di grandi dimensioni (ø 16 mm) la cui rotazione avviene ogni tre minuti. Il ponte è a V e, secondo me, ricorda un albatros o meglio un gabbiano. Bilanciere e spirale, posti più in alto del solito, rendono più evidente il battito del “cuore”meccanico. Nuova è anche l’ancora, di forma irregolare in 2 parti. Il bariletto è volante, con un castone alla base. Brillante la soluzione del semiarco centrale per compensare con la lancetta allungata i minuti mancanti, dal 25° al 35°, vista la presenza del tourbillon a ore 6. Lo stop secondi, azionato con la corona, è disattivato dal pulsante grossmaniano posto a ore 4. Sul quadrante argenté indici in cifre arabe completano un look classico e grintoso con ore e secondi decentrati e lancette incise artigianalmente.

Per chi ama le cifre il nuovo Calibro è composto da 245 elementi (59 sono quelli della gabbia), i rubini sono 30 (4 sono in castoni d’oro), le A/h 18.000, ø della cassa in oro bianco come corona e pulsante: mm 44,50.

Una novità assoluta è l’impiego di un materiale particolare per arrestare il bilanciere nello stop secondi. L’ispirazione viene dagli attrezzi usati dagli orologiai per bloccare durante la verifica della qualità i bilancieri; al posto di una molla d’arresto è stato impiegato proprio come negli atelier un pennello, ma non con setole, bensì di capelli biondi, ovvero quelli di Christine Hutter! Non mi sembra che sino a oggi, pur con tutto l’amore e l’attenzione per il dettaglio, gli orologiai siano arrivati a tanto sotto il profilo tecnico. Che sia un mito o la verità, di certo anche questa soluzione fa sì che il nuovo Grossmann entri nel Gotha dell’Alta Orologeria. A partire da dicembre, realizzato in 50 esemplari in oro bianco, sarà al polso di fortunati e facoltosi collezionisti alla ricerca di un qualcosa di veramente speciale. L.S.

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