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Nove Regine in mostra

La Ripetizione Minuti è definita, a ragione, la Regina delle complicazioni. Nei secoli passati ha impreziosito grandi Tasca che, come nel caso dei Patek Philippe Packard e Graves (dai nomi dei miliardari che li avevano ordinati attendendone per anni la consegna) avevano anche particolari legati alla vita privata dei proprietari (dalle costellazioni viste dalla finestra della camera da letto, a mai dimenticate ninne-nanne).

Patek Philippe musical watches production has actually 23 watches, much more with pocket watches; Minute Repeater is also called “the complications’ Queen” because of its difficulties, nine of them arrived to Milan and were shown to specialized journalists.

Negli appuntamenti fieristici o nelle singole esposizioni organizzate in paesi lontani, a volte si possono ammirare orologi da polso musicali sia perché novità oppure in produzione, ma con dettagli diversi, per esempio il colore del quadrante. Oggi Patek Philippe ha in produzione 23 orologi cosiddetti musicali, che fanno ascoltare il passare del tempo (compreso il Calibro 89 che da polso proprio non è); nove sono stati selezionati per essere presentati su mercati interessanti, in una mini-collezione di Gran Complicati; qualche prenotazione però ha dato forfait e la filiale italiana è stata pronta a porre la sua candidatura, riuscendo a presentare nove Ripetizione minuti, completate anche da altre complicazioni (Gran Sonnerie, Calendario perpetuo, quello annuale, con l’indicazione a retrograde e ancora l’abbinamento con la cronografia rattrapante). Al vertice fra tutti

il Grand Chime Ref.6300, dual-face con 20 funzioni, di cui 5 sonore: indicatore di isolamento delle suonerie; secondo fuso orario; indicatore giorno/notte del secondo fuso orario; giorno della settimana, data (sui due quadranti), mese, ciclo degli anni bisestili a lancetta, indicazione dell’anno a 4 cifre a finestrella; indicazione 24 ore e minuti; indicazione di posizione della corona (R.A.H.) e due esclusive mondiali brevettate: suoneria dell’ora preselezionata e ripetizione sonora della data, un suono per le decine e uno per le unità) custodito in un cofanetto, nella foto a lato, adatto al suo valore: 2,6 milioni CHF.

Da Patek Philippe il suono, che per noi comuni mortali può ridursi semplicemente ad alto, medio, basso, viene classificato con una ventina di definizioni che, tra l’altro, contemplano anche la distanza temporale tra l’ascolto di un suono e l’altro.

Philippe Stern, oggi presidente onorario della Manifattura, è stato dotato dalla natura di un orecchio particolarmente sensibile e sino a pochi anni fa solo il suo OK dava avvio alla produzione di questi orologi; oggi i geni ereditari sono appannaggio del figlio Thierry Stern, presidente della Manifattura e l’OK continua.

Queste le Referenze che abbiamo ammirato (Ref. 5078G; Ref. 5178G; Ref. 5207G; Ref. 5208R; Ref. 5316P; Ref. 6300G, Ref. 7300G; Ref. 7300R) che si possono vedere in rete; due (le Ref.7300R e G della collezione Twenty-4) sono RM per polsi femminili completate da cinturini. È stato un po’ come un ripasso prima di un esame e pensando alla storia dei 181 anni della Maison, fondata nel 1839, ricordiamo che il primo RM a 5 minuti femminile da polso fu prodotto nel 1913.

Realizzare orologi musicali comporta molte difficoltà sia per il movimento meccanico sia per la cassa (dalla forma, alle dimensione, al tipo di metallo impiegato). Per ottenere melodie speciali le Maison orologiere si sono rivolte nel tempo a orchestre sinfoniche o, come nel caso del cosiddetto “suono a cattedrale”, ai rintocchi dell’orologio di Westminster. Chi ama questi orologi sa benissimo che il suono parte da uno o più fili armonici (chiamati anche timbri o gong) che circondano il movimento e che sono battuti da due martelli. Molto meno conosciuta la trafila per arrivare al risultato voluto. La lega dell’acciaio molto spesso è un segreto gelosamente custodito dalle Case, una volta tramutata in filo viene arrotolata su un supporto e tagliata nella lunghezza voluta, si tolgono gli sfridi addolcendo gli angoli e se ne introducono le estremità nel ponte (o talon in francese). Difficile anche collocare nel posto giusto i martelli affinché battano perfettamente sul filo armonico e non si fermino prima di averne tratto il suono voluto; nel complesso, per queste operazioni, il maestro orologiaio lavora anche per 100 ore. E qui arriviamo a ciò che l’orecchio umano sente. A quanto pare c’è differenza tra l’orecchio maschile e quello femminile, ma come nel gusto o nell’olfatto è la soggettività che conta e cambia da individuo a individuo. Per esempio nel gruppo milanese di giornalisti che contava più uomini, il metallo scelto per la diffusione del suono, è stato l’oro bianco, mentre in quello dove c’erano più donne, ha prevalso l’oro rosa; personalmente ho apprezzato, al di là della rarità – e non pensando al prezzo… – il platino.

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