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BASELWORLD 2019: riflessioni

A oltre metà marzo cielo sereno e con il sole temperature primaverili, inutile il piumino portato dall’Italia paese del sole e dove invece, soprattutto al sud piove. Questo solo per dire che il tempo è cambiato anche per la piú grande fiera di orologi.

Spring has already arrived, and a slimmer Exhibition is waiting for Watches Lovers. On Web since the beginning (and also before) there are all the novelties and soloPolso will write about, but in a different manner, just not to be in a world chorus.

La prima impressione nella piazza è desolante: due edifici chiusi, funziona solo il corpo principale con i due ingressi, nord e sud. Sulla Messeplatz mancano i fiori (nella foto sotto le edizoni del 2017 e l’attuale); problemi di budget, mille espositori di orologi in meno fanno la differenza! Ma perché non chiedere all’Associazione dei floricoltori di Sanremo una partnership con piantine e verde durante i cinque giorni della fiera, contro promozione in tutto il mondo, non solo di fronte a tutti i visitatori, ma nella comunicazione della Fiera?

Torniamo al tempo degli orologi, che trascorre immutabile e con indicazioni sempre più innovative, con quadranti che girano, movimenti che per essere caricati non hanno più la corona, c’è una cura maniacale per quadranti e superfici dei materiali impiegati, la complicazione del secondo fuso orario appare in molti modelli. Il mondo della rete ha già svelato le novità dei Marchi più grandi (e volutamente non usiamo la parola importanti…), così facciamo insieme un giro in quella che è una fiera più a misura d’uomo. Entrando dal lato sud, il primo spazio per quelli che amano gli orologi, i cosiddetti “impallinati”, è Les Ateliers, tanti Marchi e tanti visitatori, l’orologio è il giochino degli adulti dopo il trenino e le costruzioni e il suo fascino continua, quindi ne scriveremo in più riprese; c’è anche la sezione Watch Incubator per accogliere Marchi neonati o addirittura quelli che verranno e che non hanno timore di prendere dei rischi (come Riskers appunto), perché impostare un marchio o un nuovo orologio comporta molto coraggio. Dall’ingresso Nord invece il blocco dei 4 marchi di LVMH, poi a destra Patek Philippe e, a sinistra, Rolex e Tudor. La Swatch Square rimpicciolita ai lati, ha punti di ristoro tipo giardino e stand come Chanel; quello che più ha tratto vantaggio dalla nuova sistemazione è Breitling che si vede sul fondo sin dall’ingresso in fiera.

Dopo alcuni anni finalmente un Centre de Presse bello e funzionale, dalle postazioni attrezzate al free wi-fi, sino al bar e, a mezzogiorno, proposte per rifocillare gratuitamente la schiera dei giornalisti, forse meno numerosi del passato, ma sempre…affamati e non più a pié di lista. Responsabile di questo spazio supportato dai Marchi svizzeri presenti in Fiera, Yves Vulcain di Darwel, un amico da trent’anni (nella foto insieme con Lorenzo Sutti di soloPolso), ma allora era solo il figlio di madame Vulcain, la prima a impostare uno show delle novità con la proiezione di diapositive a colori. Preistoria a parlarne oggi.

Tante le automobili, che sin dal recente Salone dell’auto di Ginevra, sono affiancate agli orologi: Bentley da Breitling, Bugatti da Jacob&Co che, dopo la fine della partnership con Parmigiani, ha scelto il Marchio americano, Ferrari da Hublot, Porsche da Porsche Design – che ha esposto le mitiche vetture disegnate da Ferdinand A. – e altri ancora, le navette per VIP dalla Fiera agli alberghi sono Aston Martin, Maserati, Dodge e BMW.

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