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Quote rosa in orologeria

Secondo noi è assurdo fare una selezione numerica fra quote rosa e azzurre, i meriti effettivi dovrebbero essere l’unica via per una scelta corretta; comunque in orologeria il rosa al Top non ha molte rappresentanti.

It’s stupid to make difference between rose and azure numbers in every field, also in watchmaking, where ladies at Top are really few; best wishes to all of them for 2018.

Nel campo della produzione dallo scorso aprile Piaget è guidata da Chabi Nouri che ha preso il posto di Leopold Metzger, in Svizzera Barbara Monti guida Eberhard &Co dopo la scomparsa del padre nel 2004; Caroline Scheufele affianca il fratello Karl-Friederich, entrambi sono vicepresidenti di Chopard; Nayla Hayek si occupa di Harry Winston, ma è soprattutto presidente del Consiglio di amministrazione del Gruppo Swatch di cui il fratello Nick è CEO; Jasmine Audemars, discendente dai fondatori della Marca di Le Brassus, fa parte del Consiglio di Amministrazione; infine dal 1996, Giselle Rufer, che ha fondato Delance, produce esclusivamente orologi femminili. Spostiamoci in Sassonia dove troviamo Christine Hutter, che con la sua esperienza in campo orologiero, da qualche anno ha riportato in vita un marchio glorioso, Moritz Grossmann, realizzando anche una completa manifattura a Glashuette.

In Austria ricordiamo la coppia di orologiai composta da Maria e Richard Habring, premiati nel 2013 al GPHG. Restando in campo tecnico, in pole position c’è un ingegnere, e qui l’apostrofo sarebbe d’obbligo visto che parliamo di madame Carole Forestier responsabile della ricerca alla Manifattura Cartier di La Chaux-de-Fonds, dove ha ideato molti dei movimenti complicati di Cartier. Infine ricordiamo Fabienne Lupo che guida la Fondazione Alta Orologeria e Sylvie Ritter Managing Director di Baselworld, la manifestazione più importante della Fiera di Basilea.

In Italia, il mondo degli orologi è una palestra dove a fronte di qualche iceberg c’è un’ampia base che sicuramente nasconde talenti ancora da scoprire. Da PateK Philippe Italia allo Swatch Group Italy, da Piaget di Richemont Italia, all’indipendente Breitling Italia, troviamo Laura Gervasoni; Francesca Ginocchio, Elena Camera e Patrizia Aste. Nel campo dei negozi, l’orologeria Pisa a Milano vede il binomio madre e figlia (o viceversa) che ha realizzato in via Pietro Verri non solo una casa per molte boutique monomarca dell’alta orologeria, ma anche un palcoscenico dove presentare oggetti d’arte e cultura. Un’altra vetrina milanese, quella ventennale di Verga in corso Vercelli, è affidata a Valeria, figlia di Valerio.

A tutte (e ci scusiamo per involontarie dimenticanze) il grazie di chi ama la bella orologeria e gli auguri per un 2018 che porti il comparto fuori dalla crisi. P.S. mi è stato fatto notare che ho dimenticato Brigida Ceresola brand manager sud Europa di A.Lange&Soehne, su Internet è facile rimediare, questo è il bello di una rivista in rete! Invece mi sono ricordata da sola di non aver citato Parmigiani Fleurier Italia guidata da Maryline de Cesare, sorry.

 

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