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Questa domanda di Zelighiana memoria (preceduta da “ci sei? ce la fai?”) indicava anni fa il gap tra le generazioni: figli che irriverentemente la ponevano ai genitori (principalmente al padre), che non sapevano stare al passo con i tempi. Oggi invece potrebbe diventare normale fra i proprietari di orologi da polso. Un universo che, dalla ricerca effettuata da GfK e presentata da Assorologi, potrebbe arrivare a tre milioni di utenti.

In Svizzera in questi giorni sono stati presentati alcuni Smartwatch (da Frederique Constant a Alfex). Nick Hayek, CEO di Swatch Group, pensa di arrivare a produrre 5 milioni di Touch Zero One, il nuovo Swstch con autonomia di un anno, che sarà lanciato questa estate (prezzo circa 130 franchi svizzeri), ma ci sarà anche un Omega, entrambi con numerose funzioni. Non tanto per la telefonia mobile quanto per le molte possibilità che si aprono integrando in un orologio la tecnologia NFC, Near Field Communication, (tra le altre, per esempio. aprire la porta della camera d’albergo). Importante anche un’affermazione dell’attuale CEO del Gruppo: l’orologeria svizzera non può limitarsi a produrre orologi di lusso. Però noi pensiamo che ciò che fa sognare, crei interesse verso un comparto; proprio come, nella moda, ipotizzare l’acquisto di un abito di Valentino, anche se poi nella realtà l’acquisto si fa in un grande magazzino.

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