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Patek Philippe Manifattura

Ginevra, la sede storica di Patek Philippe

Ginevra, la sede storica
di Patek Philippe

La più antica Manifattura a conduzione familiare nasce nel 1839 da un accordo tra Norbert de Patek (in seguito nominato Conte da Pio IX) e l’orologiaio Czapek e già sei anni più tardi, il 1° maggio 1845 l’azienda compie un salto di qualità. A fianco del nobile polacco entra, con la carica di Direttore, Adrien Philippe, l’inventore della corona di carica che aveva entusiasmato anche la Regina Vittoria.

Per tutto il XIX secolo è un susseguirsi di innovazioni spesso brevettate e il cammino prosegue anche nel Novecento, accentuando gli studi e la ricerca sulle complicazioni dopo che la Marca, messa in vendita negli anni ’30, diventa proprietà della famiglia Stern.

Componenti speciali, movimenti complicati, brevetti e orologi di grande prestigio, molti divenuti celebri, nascono nei diversi edifici che la Maison ha a Ginevra e che affiancano la prima sede di fronte al lago in Rue du Rhone, dove oggi ci sono uffici, l’ampio negozio e, all’ultimo piano, un elegante spazio di rappresentanza.

Nel 1996 la Patek Philippe riunisce in un solo stabilimento le attività produttive. La zona scelta è Plan-les-Ouates (che in seguito visto l’affollarsi di altre aziende orologiere viene scherzosamente chiamata Plan les watches). Della proprietà fa parte anche un castello che viene adibito a museo e sale di rappresentanza sino a che nel 2001, in una delle fabbriche che la Marca aveva nel centro della città, viene inaugurato il Museo Patek Philippe.

ingresso Patek Philippe

Plan-les-Ouates: all’ingresso della Manifattura svetta una simbolica scultura, la spirale

La nuova Manifattura agli inizi sembra fin troppo vasta, ma in breve tempo lo spazio non basta più, così la Marca trasferisce a Perly l’habillage. Inoltre al di fuori del Cantone di Ginevra possiede PoliArt (lucidatura), Calame (casse), SHG (incastonature), Quadranti Fluckiger a St.Imier, Allaine a Alle (incasso movimenti), Betakron nel Giura (rifinitura e decorazione componenti in acciaio), Patek Philippe SA a La Chaux-de-Fonds e Patek Philippe  La Vallé SA a Le Brassus  (alta orologeria e riparazione). A suo tempo voci di corridoio sostennero che Nicolas G.Hayek avrebbe offerto un aiuto economico, forse temendo che questo gioiello dell’orologeria svizzera diventasse preda di capitali stranieri, ma la famiglia Stern fa tutto da sola e addirittura si dice abbia pagato cash.

Oggi a Plan-les-Ouates si trovano la direzione e la sede amministrativa alle quali si affiancano le attività di ricerca, lo sviluppo dei  meccanismi, la ricerca sulle nuove tecnologie, i reparti design e creazione, la fabbricazione dei componenti dei movimenti e tutte quelle attività che si rendono necessarie alla produzione e consegna degli orologi, nonché il servizio post-vendita e restauro.

La vocazione di Patek Philippe è legata alle complicazioni della tradizione (anche se molto spesso con importanti dettagli innovativi) altre invece sono ideate e realizzate in house; i calibri base sono 19 (17 per orologi da polso, 2 per orologi da tasca) e le referenze dei movimenti oltre cinquanta. Più di 400 sono i macchinari di produzione e precisione di alta gamma e 200 i maestri orologiai. Per la produzione annua di 38.000 orologi meccanici e 12.000 femminili al quarzo è stato calcolato occorrano 15 milioni di componenti. A Ginevra i dipendenti sono 1600, in Svizzera 2000, nel mondo 2200. Giusto per fare un paragone ricordiamo che nel 1989 in Svizzera gli addetti di Patek Philippe erano 500 e venivano prodotti  circa 14.000 orologi.

Il sigillo a garanzia  dell'intero orologio

Il sigillo a garanzia
dell’intero orologio

Nel 2009 nasce il Sigillo Patek Philippe; le due iniziali della Marca incorniciate garantiscono l’alta qualità dell’intero orologio e non solo del suo movimento, come sino ad allora accadeva con il Punzone di Ginevra, assicurandone inoltre il servizio durante tutta la sua esistenza qualunque sia la data di fabbricazione. L’iniziativa ha fatto sì che in seguito anche il Punzone di Ginevra venisse modificato arrivando alla garanzia totale.

 

Look e tecnica a braccetto

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Il Première Tourbillon di Chanel
con la lunetta in rubini taglio baguette
e, a destra, lo scappamento
a tourbillon decorato con petali
di camelia, il fiore di M.lle Cocò.

Quando la maestrìa di grandi orologiai si sposa all’eleganza storica di un marchio, si può arrivare a un giusto equilibro fra due esigenze ben distinte. Secondo me questo traguardo è stato raggiunto dal modello Première che Chanel ha affidato a Giulio Papi e al suo team, per realizzare, l’anno scorso, un Tourbillon eccezionale.

Il movimento di forma si inserisce nella cassa rettangolare (mm 28,5×37) più grande di quella tradizionale e che su lunetta e carure è impreziosita da 184 rubini baguette per oltre 14 carati e da 34 brillanti. Il Calibro ideato da Papi focalizza l’attenzione sul tourbillon, la cui gabbia e decorata con i petali della camelia, il fiore preferito di Cocò, che qui indicano i secondi. Il movimento è a carica manuale.a CHANEL_PREMIERE_TOURBILLON_VOLANT_T2

A parte le difficoltà tecniche legate al movimento, vanno ricordate anche le quasi 250 ore che hanno impiegato i maestri gioiellieri per l’incastonatura delle pietre. Meno esclusivo, ma sempre nel campo degli orologi da sognare o ammirare come opere d’arte, il modello incastonato solo con purissimi diamanti.

Anteprima

Molti i marchi che hanno iniziato da alcuni mesi a presentare alcune delle novità previste per Baselworld.
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Vivacità orologiera

Nuovi Marchi in Italia.

Nonostante la crisi sul nostro mercato arrivano nuovi Marchi, merito della passione che molto spesso coinvolge chi, per un periodo più o meno lungo, opera in questo comparto.
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Arriva Alonso

Grandi Piloti e Marchi di Orologi.

L’elenco dei piloti che hanno legato il loro nome ad una marca di orologi è piuttosto ampio. Il più “titolato” per usare un’espressione cara agli sportivi, è senza dubbio Michael Schumacher al quale Omega ha dedicato numerose versioni del suo Speedmaster.
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Valzer delle poltrone

Molti i Marchi che hanno cambiato l’azionista di riferimento…eufemismo per indicare la nuova proprietà.
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Sponsor e testimonial

Il prestigio di un atleta e i suoi record o il glamour di un’attrice sono tutte atouts importanti nell’offerta di un nuovo orologio. Marchi grandi e piccoli scelgono, a seconda del target al quale si rivolgono, testimonial, amici, ambasciatori o quant’altro possa indicare una comunione di intenti, una scelta di valori tra il prescelto e l’orologio, che esuli dal far pensare a un puro contratto di sponsorizzazione. Poi c’è da chiedersi come reagirà quel pubblico quando, a contratto finito il beniamino dei Gran Premi vestirà un’altra casacca.

Per i giornalisti i cambi significano solo una maggiore attenzione all’impiego delle fotografie d’archivio. Basta la diva da Oscar se il contratto, che raramente si prolunga nel tempo, è scaduto, basta Lewis Hamilton visto che da TAG Heuer è passato a Mercedes, ma questo senza dubbio è il male minore.

Sulle nuove scelte solo il tempo (oltre all’attendibilità delle indagini eseguite da abili professionisti) sarà in grado di dire la sua, ma visto che anche negli orologi c’è un bel turnover di modelli, l’impatto del personaggio unito alla novità può dare ottimi risultati a breve termine.

Il logo Oris sulla Williams F35 nella stagione 2013

Il logo Oris sulla Williams F35 nella stagione 2013

In campo automobilistico un accordo ormai decennale  e che fa storia,  è quello che lega Oris con il Team della Williams e che è passato anche attraverso piloti come Ralph Schumacher e Nico Rosberg.

Ulrich W.Herzog, CEO della Marca orologiera e il costruttore britannico Sir Frank Williams, sono amici di lunga data e così anche nel 2013 il team della Williams porterà il logo Oris sulla carrozzeria delle due auto FW35  alle spalle dell’abitacolo, sull’alettone frontale, sui guanti dei piloti, sui caschi e le tute del team.

Marzo 2013 Rolex e la F1™

Rolex_F1_01Il mondo della Formula 1 e gli orologi hanno visto in questi anni molte partnership. I loghi di prestigiosi brand sono apparsi sulle automobili, sull’abbigliamento dei piloti e dei team, sulle piste degli autodromi e sulle attrezzature del cronometraggio.

Così come ci sono stati orologi dedicati ai piloti . Il 5 dicembre infine, quasi a coronamento di queste sinergie, a Ginevra è stato siglato un accordo tra Bernie Ecclestone, CEO di Formula One group e GianRIccardo Marini CEO di Rolex SA.

La Marca ginevrina è entrata quindi nel gruppo dei principali partner della F1™ sia come cronometro ufficiale sia come orologio ufficiale.  Sin dal primo appuntamento di marzo il logo Rolex è posizionato in diversi punti dei circuiti e in molte curve importanti e questa presenza si avvia ad essere sempre più forte nelle prossime stagioni.

Da sinistra nella foto, sir Jackie Stewart, Gian Riccardo Marini, Bernie Ecclestone e Jean-Claude Killy che come Stewart è stato testimonial Rolex e che adesso è nel Board of Directors di Rolex.

Sfogliando l’album dei ricordi troviamo infine che negli anni Trenta Rolex ha legato il suo prestigio a Malcolm Campbell, suo testimonial, che superò il record di 300 miglia  (438 Km/h) al volante della Bluebird indossando un Rolex Oyster.

Vent’anni più tardi divenne partner del Daytona International Speedway in Florida, che in seguito darà il nome al modello Cosmograph Daytona, il mitico cronografo nato negli anni Sessanta e che alla fine del XX secolo divenne uno dei più ricercati “oggetti del desiderio”.

Rolex dagli anni ’60 ha anche avuto come testimonial SIr Jackie Stewart, il tre volte campione del mondo (1969, 1971, 1973) e che vinse 27 Gran Premi.

 

 

 

 

BASELWORLD – Salone dell’Orologeria e Gioielleria 2013

Aperto alla stampa e ai VIP dal 24 aprile (al pubblico dal 25) il più grande appuntamento orologiero conferma la Svizzera patria naturale.
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Rivoluzione nelle Halle

Un consiglio: a Basilea quest’anno munirsi della piantina per raggiungere velocemente lo stand o meglio il “boot”
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