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Riflessioni sulle date

Tra le varie revisioni che ci vengono suggerite da Internet, quella del 1492 come scoperta dell’America, dovrebbe avere fondamenti storici e non essere solo una scelta antica di Marketing e Comunicazione, decisa dai Reali di Spagna e dal navigatore genovese.

Perhaps Cristoforo Colombo did not reach America in 1492, but before; amazing research on documents and monuments would guarantee this, but also for watches dates are not a “dogma”.

Invece, oltre a documenti del XVI sec. reperiti da Ruggero Marino, giornalista, studioso, scrittore di libri su Cristoforo Colombo e con un sito dedicato (come si legge in un’intervista rilasciata a Focus Storia), a Roma in San Pietro un’incisione nel marmo del monumento sepolcrale a Innocenzo VIII (nato nella famiglia ligure Cybo) proverebbe come Colombo prima dell’ottobre 1492 avrebbe fatto altri viaggi verso quelle che riteneva le Indie Occidentali,

La notizia mi ha fatto pensare alla Comunicazione applicata all’orologeria. Oggi per gli orologi, la data di nascita si identifica con la presentazione del modello alla stampa e ai futuri acquirenti tramite la rete di distribuzione, sorvolando o spesso dimenticando, quanto è stato fatto prima per arrivare al risultato finale..

Quando nel 1989 a Milano Finarte, prima dell’Asta ginevrina The Art of Patek Philippe, presentò il Patek Philippe 89, il Gran Coplicato del 150° Ammiversario del Marchio, fu detto che era il risultato di nove anni di lavoro (5 impiegati per gli studi di progettazione e 4 per realizzarlo), ma altri particolari li ho saputi in seguito dall’Ing. J.P.Musy responsabile del Progetto dell’orologio meccanico più complicato del mondo. Tra l’altro mi disse che agli inizi non erano state previste 33 complicazioni (compresa quella mai realizzata prima della data di Pasqua), volevano solo superare il numero di quelle dei Tasca LeRoy e Graves; comunque il modello doveva essere degno del 150° anniversario della Marca, seguendo i desideri del vicepresidente Philippe Stern e dell’allora direttore tecnico Max Studer.

Un altro esempio di come, in orologeria, a volte le date indicate non siano un dogma, può essere quello dei: Magique di Omega, Delirium di Concord e Les Feuilles d’or di Longines.Tutti con il sottilissimo movimento al quarzo realizzato da ETA (nella foto sopra). Nella storia ufficiale della Casa di St.Imier, che si legge in rete, nel 1979 Longines presentò un orologio al quarzo il cui spessore, compresa la cassa in oro era di mm.1,98. Nello stesso anno il Delirium di Concord divenne subito famoso; Tiffany, che ne aveva ordinati dieci, li vendette tutti nel giorno stesso della presentazione al pubblico

Infine per il Magique di Omega il Marketing aveva ideato il Progetto “Dinosauro” (nome poi spesso identificato con l’orologio) con una serie di eventi giocati sulla magìa del numero 7. La foto, inviata ai media, recava sul retro la scritta “Embargo 20 marzo 1980” e il 20 marzo il Magique fu presentato in 7 nazioni di fronte a 98 invitati (7×14), alle 21 (7×3) durante una cena organizzata in 7 famosi ristoranti della nouvelle cuisine con 7 chefs che avevano ideato 7 menu diversi, ma rigorosamente composti da 7 piatti. Infine per l’evento 7 artisti svizzeri realizzarono altrettante fotografie. In Italia fu presentato, dal presidente del Gruppo De Marchi (che negli anni ’70-80 distribuiva in Italia molti marchi, compreso Omega) nel ristorante di Gualtiero Marchesi che, per l’occasione, propose il risotto milanese con foglia d’oro, un piatto che in seguito divenne un must del Menu. Il Dinosauro – ricorda Carlo Fontana – era ed è bellissimo esteticamente, ma aveva un problema, se mettendolo al polso stringevi un poco il cinturino, la cassa si piegava e non si riusci a commercializzarlo per problemi di affidabilità; la versione successiva fu invece un successo commerciale.

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