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Breguet e il Tourbillon

Nel 2018 la Maison elvetica lanciò il T-Day, adesso siamo entrati nel T-Year, infatti il 2021 celebra il 220° anniversario dell’invenzione di A.L.Bregiet brevettata il 26 giugno 1801. Invenzione che ha condizionato l’intera industria orologiera, sempre alla ricerca della perfezione cronometrica.

T-Day arrived in 2018 while now we are entering T-Year as on 1801 June 26th, just 220 years ago, Abraham-Louis Breguet got Tourbillon patent; waiting for an Anniversary watch here we are remembering exhibitions, auctions and ancient Breguet watches with tourbillon escapement,

In attesa del segnatempo ideato per questo anniversario, vogliamo soffermarci su aste ed esposizioni dedicate al grande Maestro, iniziando da quella organizzata nel 1991 da Habsburg Antiquorum. La Casa d’Aste del Principe d’Asburgo (i cui esperti erano Osvaldo Patrizzi di Antiquorum, Jean-Claude Sabrier, Simon Bull e Madeleine Patrizzi§) aveva già organizzato aste monotematiche per Cartier e Patek Philippe (per la cronaca durante quest’ultima un calendario completo Patek Philippe fasi di luna con la cassa in platino, era stato aggiudicato a un giapponese per un milione di franchi svizzeri). Dedicandosi all’arte di Breguet propose agli appassionati un catalogo da biblioteca: 480 pagine in carta patinata con i 204 lotti fotografati a colori, una serie di disegni tecnici dei principali movimenti ideati da Breguet e, oltre ai dettagli tecnici degli orologi, informava anche chi erano stato i primi proprietari riassumendone cariche e fortune. Dalla fine del XVIII sec. nobili, ufficiali, banchieri e ricchi industriali hanno fatto a gara per acquistare gli orologi di Breguet e alla fine del volume si può leggerne un completo elenco in ordine alfabetico.

Furono 12 le esposizioni organizzate nel mondo, con cadenza settimanale, partendo da quella del 17-19 gennaio nella sede parigina di Chaumet, allora proprietaria del Marchio con la famiglia degli omonimi gioiellieri, e proseguendo poi per Milano, Monaco, Londra, New York, Los Angeles, Tokyo, Hong Kong, Singapore, Qatar, Zurigo e Ginevra, dall’11 al 13 aprile in tempo per l’asta del 14 aprile. Era stata data così la possibilità ad un vastissimo pubblico di vedere per la prima volta tanti capolavori rimasti a lungo nei forzieri di famiglia. Allora non c’era Internet, ma chi a Milano, in Corso Venezia 36 nella sede di Caldex, allora distributore dei Breguet sul nostro mercato, andò a vedere l’esposizione, ne ha poi scritto su www.orologiko.it. In precedenza Osvaldo Patrizi, dalle sale dell’Hotel des Bergues aveva eliminato tutte le contrattazioni fra mercanti, soprattutto americani, e appassionati alla ricerca di rari orologi da polso; comunque gli “sfrattati” si riunirono in un bar alle spalle dell’albergo, oltre che in altri locali, e le vendite si conclusero con soddisfazione di tutti gli attori e nulla turbò la “religiosità” dell’evento Breguet.

Abbiamo scelto fra i 204 lotti in asta quello che probabilmente è stato acquistato dal primo italiano proprietario di un Breguet, il conte veneziano Antonio Cicogna (1789-1868) storico e letterato che lo aveva comprato nel 1824 pagandolo 1800 Franchi; nella quarta pagina è riassunta la vita di questo nobile che per testamento lasciò la sua biblioteca (40.000 volumi e cinque rari antichi manoscritti) al Comune di Venezia chiedendo in cambio una pensione per la sorella.

Dal 1991 molte esposizioni hanno polarizzato l’attenzione sul genio di Breguet, ricordiamo quella che si tenne al Louvre dal 24 giugno al 17 settembre 2009 corredata da un catalogo sempre da biblioteca; in copertina il Breguet perpetuelle n°5 mentre Nicholas G:Hayek, del gruppo Swatch, che aveva comperato il marchio nel 1999 è fotografato nelle prime pagine con 5 Breguet ai polsi mentre tiene religiuosamente in mano la riedizione del celebre orologio di Maria Antonietta,

Infine anche la Svizzera accolse nel 2011 e 2012 due grandi esposizioni, la prima a Neuchatel nel Castello di Prangins, dal 10 giugno al 19 settembre 2011, l’altra al Landesmuseum di Zurigo, dal 6 ottobre 2011 all’8 gennaio 2012 e naturalmente fu pubblicato un catalogo che recava anche una lettera del Direttore Generale di Breguet, Marc G.Hayek, visto che il nonno, che aveva fortemente voluto le due esposizioni, era scomparso poco tempo prima. Alcuni di questi cataloghi sono tuttora reperibile online da Amaon.

Tornando alla sviluppo dello scappamento a Tourbillon bisogna anche ricordare che, se poteva essere impiegato su diversi movimenti, la sua realizzazione era alquanto difficile. E a questo proposito ci piace ricordare cosa ha sempre sostenuto Vincent Calabrese: il tourbillon non è una complicazione, ma complica la vita dell’orologiaio che lo realizza. Tanto è vero che dopo aver ottenuto il brevetto la produzione dei Breguet che lo montavano fu molto lenta, passarono persino 5-10 anni; Nel 1809 fu il mercato russo ad accogliere per primo la novità, grazie all’apertura di una filiale Breguet a San Pietroburgo, ma la metà di quelli disponibili non venne acquistata che dopo il 1814; senza dubbio a causa della lunghezza delle operazioni necessarie e della scarsità della mano d’opera specializzata.

Come tutti i Breguet questo Tasca con scappamento a tourbillon acquistato nel 1808 dal principe Antonio Borbone Spagna aveva un quadrante di facile lettura, sotto il movimento

Così il Tourbillon restò a lungo confinato in un ambito di storici o ricchi collezionisti; i musei ne conservavano pochi esemplari, il Museo Breguet ne aveva tre, il British Museuem cinque, in totale tra Inghilterra, Stati Uniti e Israele se ne contavano una dozzina, mentre una quindicina era proprietà di privati; l’interesse arrivò solo dopo la II Guerra Mondiale dilagando verso la fine del secolo scorso, quando, scherzando sulle novità esposte nei Saloni si diceva:”ma come non hanno il Tourbillon?”

One comment on “Breguet e il Tourbillon

  1. Claudio Leonardi ha detto:

    Sempre interessante leggere la storia dell’orologeria descritta da una penna così autorevole

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