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Un mega, meca Hublot

Generalmente dagli orologi di grandi dimensioni si arriva, con la miniaturizzazione dei componenti, ai modelli da polso, Ma per Hublot il percorso, in collaborazione con l’azienda L’Epée, è partito dal piccolo per arrivare al grande.

It’s quite normal to realize a watch from a clock, but Hublot chose a different way realizing, with L’Epée, a Meca 10 Clock starting from the Meca 10 mechanical movement for watches.

Le dimensioni dell’Hublot Meca 10 Clock, disponibile con cassa in acciaio o in acciaio trattato PVD nero e analoga lunetta (ø 13,46 cm, spessore 6,88), sono quattro volte superiori a quelle del modello originale, ma ne hanno mantenuto le caratteristiche, compresa la durata di carica di dieci giorni. Il quadrante è nero con indicatore della riserva di carica a ore 6. Il movimento meccanico a carica manuale è scheletrato e ha una riserva di carica di 10 gg grazie ai due bariletti, 52 rubini, frequenza 2,5 Hz, i ponti sono placcati neri e lo scappamento è anche rodiato.

Quelli che i mercati anglosassoni definiscono clock, in Italia rientrano nel novero delle pendolette e, molto in voga nel passato, oggi per il diverso tipo di arredamento delle abitazioni, trovano un pubblico meno numeroso di quanto, per esempio non accada in Austria o in Germania. Resistono negli studi professionali, dove per altro la preferenza viene data a orologi al quarzo, meglio se radiocontrollati per dare sempre l’indicazione esatta. Come naturale ci sono poi le eccezioni, per esempio quelle legate all’originale produzione di MB&F, vere e proprie composizioni d’arte moderna.

Ampliando il discorso, naturalmente non è la prima volta che le aziende orologiere propongono segnatempo in versioni maxi; tanti anni fa erano noti anche come orologi da vetrina, realizzati per i concessionari del Marchio e molto spesso avevano movimenti al quarzo. Né si possono dimenticare in questo settore, che esula da quello a noi più congeniale, gli orologi da parete. Una particolare attenzione la meritano per esempio, gli orologi ideati per grandi appuntamenti fieristici o per ricordare anniversari. Vacheron Constantin ne realizzò uno gli anni ’90 per l’ingresso alla Halle 1 della Fiera di Basilea (vedi foto in basso) con le ore di nove città del mondo; questo modello da muro, lungo m.7 e alto m.2.50 pesava quasi due tonnellate, era opera del pittore Ivan Liscatekku e del maestro vetraio W.Weye in collaborazione con i tecnici della Vacheron Constantin; i nove movimenti venivano regolati dalla centrale oraria di Prangin.

Nel 2012, per il suo 125° anniversario. Eberhard&Co ha realizzato un orologio da parete, ø 40 cm, cassa in alluminio, che sul quadrante del Chrono4 mostra le ore di 5 fusi orari grazie a 5 movimenti al quarzo.

Per concludere ricordiamo che Panerai ha realizzato numerosi orologi da tavolo o da parete, proponendoli con quadranti Luminor o con la cassa Radiomir di un Tasca; alcuni erano esemplari esclusivi come, il Pendulum Clock esposto nel 2014 alla XXIV edizione del S.I.H.H. quando fu preso a modello quello conservato nel museo Galileo a Firenze e realizzato dall’orologiaio Porcellotti a fine Ottocento sulla scorta di un solo disegno; né Galileo né suo figlio avevano terminato il prototipo al quale mancavano quadrante e sistema di carica; dopo la loro morte l’orologio fu realizzato da Vincenzo Viviani per il Duca Leopoldo de Medici, ma poi scomparve. Panerai ha voluto riproporlo in soli 30 esemplari, alto cm.35,60, con il regolatore a pendolo e lo scappamento libero.

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