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S.I.A.R.2020

Fra le manifestazioni fieristiche che polarizzano l’interesse degli appassionati di orologi, solo pochissime sono state tanto fortunate da svolgersi nell’ultimo trimestre del 2019 o nel primo del 2020, tra loro Inhorgentha a Monaco di Baviera, Dubai e appunto il S.I.A.R. a Città del Messico (quest’ultimo si inaugura domani, 20 Ottobre per chiudere il 22).

Among watches exhibitions and fairs only few could open during 2019 Winter or first months of 2020; S.I.A.R. was among these and now from October 20th and 22nd will host more that 30 watches Brands and accessories. Here some preview for Christophe Claret, De Bethune, Le Rhone and Buben&Zorweg.

Potremmo aggiungervi anche i Geneva Days di Agosto, quando gli alberghi hanno accolto le singole Maison o la new entry di Saigon, ma in questi dieci mesi la maggior parte del mondo orologiero ha fatto ampio ricorso al web. Nel S.I.A.R. invece che apre il 20 Ottobre per chiudere il 22, ritroviamo la tradizionale organizzazione orologiera in una sede appropriata. Il suo fondatore, Carlos Alonzo, ha auto il coraggio di imporsi nel target più alto della produzione orologiera, ha superato i problemi causati anche dal terremoto e quest’anno si appresta a ricevere più di trenta grandi Maison.

Del Gruppo Richemont mancano Baume&Mercier, Cartier e Van Cleef&Arpels; da LVMH TAG Heuer mentre espongono Hublot e Zenith, del gruppo Kering sono presenti Girard-Perregaux e Ulysse Nardin; da Genthod arrivano Franck Muller e Custos. Numerosi gli indipendenti presenti al S.I.H.H. nel Carrée des Horlogers o al Palace di Baselworld e anche Marchi molto giovani, come per esempio Alchemist, che ha esposto per la prima volta a Baselworld 2019 o, come Jacob&Co che negli ultimi anni è entrato di forza nel mondo dei complicati anche grazie a maestri orologiai italiani.

In attesa dell’inaugurazione ecco alcune anticipazioni di Christophe Claret, De Bethune, Le Rhone e, fra gli accessori Buben&Zorweg.

Christophe Claret Calavera X-Tream1, esemplare unico

La più recente versione dell’X-Tream 1, che Christophe Claret realizzò nel 2012 migliorandolo poi di volta in volta, si ispira alla cultura dell’antico Messico, nella quale si mischiano anche dettagli legati alla festa di Hallowen come il teschio, i rubini color sangue, il titanio nero, mentre il trascorrere del tempo ha i colori della bandiera messicana. Il movimento è il calibro FLY11 a carica manuale con Tourbillon volante inclinato a 30°, 64 rubini, 21.600 Ah e due bariletti, uno per i ruotiamo del movimento e uno per l’indicazione del tempo. Come è noto il sistema di alimentazione magnetica si basa su due minuscole sfere in acciaio, non collegate meccanicamente al movimento, che si muovono in tubi a griglia collocati ai lati dell’orologio e trainati da due “carrelli” magnetizzati tirati da fili in nanofibre e gel di polietilene. Il diametro di questi fili, vere micropulegge, è inferiore a un capello, ø quattro centesimi di millimetro; resistenza alla trazione: un chilo. La tecnologia brevettata è stata sviluppata con l’Haute Ecole d’Ingénierie de Gestion del Cantone di Vaud a Yverdon-le-Bains (HEIG-VD).

De Bethune DW5 Chempasùchil esemplare unico collezione Maestri d’Arte

De Bethune ripropone l’arte ottocentesca degli incisori messicani (tra i quali Jose Guadalupe Posada con le superfici di zinco lavorate con fantasmagorici disegni a bulino) affidata per questo esemplare all’artista svizzera Michèle Roten che lavora fianco a fianco con il Maestro orologiaio Denis Flageollet fondatore della Maison. In questo esemplare unico, chiamato Chempasúchil (nome azteco legato ai fiori) si affiancano il titanio blu e l’oro con leghe diverse, giallo, bianco, rosa, verde (quest’ultimo con una piccola percentuale di argento) ottenute nella fonderia di Sainte Blaise dove è nata anche una lega che ricorda il marmo e che è composta da tre ori. Vengono così uniti un mondo fiorito doveregna la gioia e uno legato alla paura dell’ignoto, quella della morte, accentuati dai diversi livelli del metallo lavorato dall’artista; il fondo dell’orologio è decorato con un teschio che dalle orbite fa vedere il bilanciere e la spirale; sul fronte il movimento meccanico indica ore e minuti digitali e le fasi della luna con una semisfera bicolore composta da due semisfere in acciaio azzurrato e palladio.

La Moön Collection di Le Rhöne presenta, insieme al Raconli Group, un modello in oro rosa o acciaio ø 41 mm (o 37 mm e c’è anche una versione in titanio nero con 56 diamanti); il quadrante stellato, grazie all’avventurina è stato definito “cosmico”, ma si può scegliere anche il quadrante nero in vetro zaffiro; alle 11 ha una grande finestrella per la luna, complicazione realizzata in house; il movimento è a carica automatica. La produzione del giovane marchio, fondato a Ginevra nel 2013 da Loïc Florentin e Timo Rajakoski, non solo è svizzera al 100%, ma assicura una completa tracciabilità grazie alla tecnologia blockchain e alla stretta collaborazione con Respect Code dallo scorso Agosto. Inoltre si pensa di ampliare la garanzia dai due anni tradizionali a otto o più.

Non ci sono mai piaciuti gli orologi con i teschi, ma abbiamo fatto un’eccezione anche per la concomitanza del Salone con le feste di Halloween, sperando quasi in un’esorcizzazione della pandemia.

Nel comparto degli accessori non si può infine dimenticare la presenza di Buben&Zorweg che, nello scorso settembre, ha reso noto una collaborazione con la Bugatti.

Infatti a Molsheim, quartier generale della Bugatti, il presidente Stephan Winkelmann e il CEO di Buben&Zorweg, Florian vom Bruch, hanno presentato un carica orologi e una cassaforte (in tiratura limitata a 30 esemplari destinata ad accogliere 4 o 8 orologi). La produzione futura si articolerà anche su diversi altri oggetti, non solo per salvaguardare le preziose collezioni dai ladri, ma anche per poterle mostrare agli appassionati.

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