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G.P.H.G.2019 gli 84 scelti, art. n°2

Concludiamo qui la pubblicazione degli orologi che la Giuria ha scelto per l’edizione 2019 del Grand Prix de Genève, ricordando che ai premiati nelle 14 categorie a novembre si affiancheranno anche i premi speciali della Giuria e quello ai VIP del comparto.

With this articles we have published all the selected watches; on November other awarded watches will be unveiled (VIP and Jury’s Prize)

MECHANICAL EXCEPTIONS: peccato che Christophe Claret con sia entrato nella rosa dei selezionati e, aggiungiamo, anche il De Witt oltre allo Jacob&Co Opera; invece la Giuria ha sconfessato la previsione di Gregory Pons, che avevamo riportato nell’ultimo articolo del 13 agosto, infatti il Genus che il collega aveva descritto perché interessante, dicendo anche che non avrebbe vinto, è stato selezionato, auguri quindi per il futuro.

CHRONOGRAPHS: peccato per il Laureato Absolu di Girard-Perregaux

DIVER’S : come avevamo ipotizzato il Marchio è prevalso sulla funzione… perché il Diver di De Bethune w.r. a m. 100 ha preso il posto di altri diver’s più funzionali per lo sport subacqueo, ma la colpa, se di colpa si può parlare, è la scelta “peculiar” direbbero gli inglesi, delle varie categorie dove iscrivere gli orologi e come i Diver’s ricordiamo anche i Calendar insieme agli Astronomici.

JEWELLERY: unico escluso fra i 7 iscritti Memorigin Watch Jadeide Peacock, secondo noi più in linea con la categoria dell’Hulot rainbow con pietre preziose in colore digradante, scelta già fatta in passato da altri grandi nomi e oltre tutto che non ci sembra molto in linea con una Marca dal tono decisamente tecnico e sportivo.

ARTISTIC DRAFT: All’Andersen Genève abbiamo dedicato un articolo subito dopo Baselworld, perché originale sotto diversi aspetti. Non avremmo mai indossato il Dust to Dust di Tsu’s, ma la tecnica seguita meritava forse maggior attenzione; Artya ha iscritto quest’anno diversi orologi che però non sono stati scelti, forse perché, a prescindere dalla tecnica l’estetica è un po’ barocca?

PETITE AIGUILLE: anche qui scelta difficile per eliminare 9 degli iscritti, a parer nostro sarebbe stato meglio inserire nomi nuovi invece di Zenith e IWC (mostri sacri messi sul mercato a un prezzo non “popolare” ma abbastanza ridotto), ci ha stupito l’esclusione di Code41 a meno che non fosse troppo trasgressiva la sua irruzione sul mercato orologiero. Anche Patria avrebbe meritato maggior considerazione, non foss’altro che per le origini.

CHALLENGE: scelte piuttosto classiche e Marchi noti, un plauso all’eliminazione del Tambour che secondo noi, vista la categoria legata al prezzo, sarebbe stata una forzatura; il Rado avrebbe invece meritato di essere scelto così come il Claude Meylan.

In questa edizione l’Italia non è compresa fra le tappe del Tour internazionale del G.P.H.G. (Principato di Monaco 25/28-9, Dubai 1/3-10, Parigi 7/8-10, Londra 11/13-10, New York 165/17-10, Tokyo 22/23-10, Singapore 25/26-10, Hong Kong 28/29-10, Taipei 30/31-10, Ginevra 7/9-11) d’altro canto prima Milano e l’anno scorso Venezia ci avevano posto in pole position. Speriamo nell’anno prossimo.

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