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Patek Philippe Twenty-4 automatico

A Baselworld uno stand in acciaio e vetro, a New York nell’hotel ink48 una Press Lounge analoga che si affaccia sullo sky line della Grande Mela e il 10 ottobre a Milano una serra che a palazzo Serbelloni ha presentato in prima mondiale, la versione automatica del Twenty-4.

At Baselworld steel and glass, at Newyork a press-lounge to see syyline of the city and a greenhouse in Milano (location Palazzo Serbelloni) for new Patek Philippe self-winding.Twenty-4. Here a short history of most important ladies’ watches of the Brand.

Non sono molte, nella vasta produzione di orologi maschili – soprattutto complicati – i segnatempo femminili anche se fu proprio un Patek Philippe del 1868, il primo orologio-gioiello svizzero da polso per una contessa ungherese, mentre nel 1851 Vittoria, Regina d’Inghilterra, rimase affascinata da un pendentif in smalto blu e diamanti senza la tradizionale chiavetta, ma con la corona di carica ideata da Adrien Philippe (assunto da Norbert de Patek dopo la scissione con l’orologiaio Czapek, e diventato socio dopo qualche reticenza del nobile polacco). Nel 1916 apparve anche un modello con la Ripetizione a 5 minuti.

Patek Philippe 1839-2014 soloPolso e-book n°4

Oltre agli orologi d’alta gioielleria, spesso in un solo esemplare, in epoche più vicine a noi ricordiamo ad esempio la collezione Flamme dal design del bracciale, qualche modello Calatrava, il Nautilus Ref.4700 del 1980, les Imperiales, orologio spilla o a sautoir con catena d’oro per i 150 anni della Maison nel 1989 e nel 1997 l’Aquanaut luce lo sportivo con diamanti che completava la collezione maschile dell’anno precedente. Sempre nel 1997, per l’inaugurazione della Manifattura a Plan-les-Ouates, vennero prodotti nella collezione Pagoda, ispirata a un disegno del 1943, 750 cronometri da donna con movimento manuale Calibro 16-250, che si affiancarono ai duemila da uomo movimento Calibro 215 P S e ancora l’Ellisse d’oro nel 1998 per il 30° anniversario della collezione. Nel 1999 apparve il Twenty-4, un orologio in acciaio al quarzo (il sottilissimo calibro era realizzato in house) con cassa non rotonda, ma cambré mm 25,1×30, da indossare lungo tutte le 24 ore e per il decimo anniversario arrivò la versione con cassa e bracciale in oro rosa.

il nuovo t-4 automatico con cassa in acciaio e quadrante blu (il nostro colore preferito)

Adesso si è tornati al passato con una cassa tradizionale rotonda ø 36 mm disponibile in cinque versioni (pubblichiamo quella con il quadrante blu, le altre seguiranno a breve con la foto della serata), tutte con 160 diamanti sulla lunetta incastonati con una tecnica detta “a pizzo”; due sono in acciaio, due in oro rosa e una in oro rosa con 468 diamanti su lunetta, bracciale e corona. Il bracciale, nel metallo della cassa, e con una nuova chiusura di sicurezza (brevetto EP3162241B1) è perfettamente inserito a ore 6 e 12 pe accentuare la simmetria del modello disponibile con diversi quadranti (silver, blu, grigio, chocolate) con lancette e indici arabi applicati nel metallo della casso, vetro zaffiro leggermente bombato. Dal fondo si ammira il movimento automatico, l’ever-green Calibro 324 S C con spirale Spiromax®, molla del bilanciere Gyromax in Silinvar®, rotore in centrale unidirezionale oro 21 carati, A/h 28.800, i rubini sono 29.

Nel secolo scorso le Case orologiere non immaginavano l’avanzata dell’interesse per l’orologeria meccanica da parte del pubblico femminile. Patek Philippe se ne rese conto e nel 2009 realizzò il Ladie’s First Chronograph Ref.7071 cronografo femminile, presentandolo in prima assoluta a Parigi, città della moda per eccellenza; da notare che il movimento venne poi adottato anche su un cronografo maschile, una vera vittoria del gentil sesso da sempre abituata a movimenti meccanici adattati alle ridotte dimensioni delle casse. Seguìrono poi la Ref.7000 Ripetizione Minuti e il Cronografo Rattrapante Ref.7059che si affiancarono ad altri modelli utili alla vita moderna come i Travel Time per lui e per lei o l’Annual Calendar femminile.

nasce nel 1999 il Twenty-4

Nel 2014 soloPolso ha pubblicato free il suo E-book n°4 dedicandolo alla storia della Marca dal 1839 al 2014. Avanzava l’influenza di Thierry Stern (dal 2009 presidente della Maison, mentre papà Philippe ne è presidente ad honorem) che a Milano ha accolto oltre 130 giornalisti da tutto il mondo per presentare la novità: il t-4 automatico, ovviamente dotato del sigillo PatekPhilippe, che dal 2009 garantisce la produzione della Maison.

Infine per i non milanesi (ma anche per i meneghini che non conoscono bene i segreti della città) ricordiamo che il palazzo, costruito nel 1793 su un preesistente edificio del XVII sec. per il duca Gabrio Serbelloni da Simone Cantoni, architetto ticinese, è una dimora su 4000 mq dove per qualche tempo abitò anche Napoleone, al quale sono dedicate le sale più fastose. Sicuramente meno famosi, ma altrettanto importanti per la vita culturale della città i giornalisti che per quasi 50 anni vi ebbero il loro Circolo della Stampa. Dal 2010, la Fondazione Serbelloni lo ha ristrutturato, affittandone alcuni spazi a diverse imprese e riservandone altri a location di prestigio per eventi. Patek Philippe Italia ha qui al secondo piano la sede completa di laboratorio, ma il 10 ottobre ha occupato con un Patek Philippe Pavillion tutto il cortile organizzando una serata-spettacolo (unico appunto l’orchestra con troppi decibel, come si usa adesso, ma che in epoca di comunicazione globale impedisce quella più tradizionale fra le persone.

 

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