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Orologi che ricordano la musica

Nel formar di soloPolso non c’è il sommario, così per incuriosire i lettori pubblichiamo, in tema con il titolo, alcuni orologi di Artya, Cartier, Chopard, Christophe Claret, Confreries des horlogers, D&G, Hamilton, Mido, Parmigiani, Pierre de Roche, Oris, Raymond Weil, Steinway&Sons e Ulysse Nardin, individuati riordinando un archivio più che ventennale.

No summary in soloPolso magazine, therefore we are writing above some Brands tied for their  watches names to music (we found them in our archives).

Nel 2014 abbiamo presentato orologi con nomi curiosi, ora torniamo in argomento per quelli legati alla musica, anche se la maggior parte degli orologi da polso con ripetizione minuti o di tipo musicale non hanno nomi particolari, per farli emergere basta la loro tecnica.

All’Hotel Trois Rois di Basilea nel 2008 è stato presentato il Bel Canto di Ranieri Illicher della Confrèrie des Horlogers e pensiamo sia giusto ricordare che questo gruppo di otto orologiai era nato dal desiderio di Mathias Buttet (qualche anno prima fondatore e CEO di BNB Concept SA) di dare a giovani talenti la possibilità di farsi conoscere. Purtroppo la creatività non basta, così dopo alterne vicende orologiai e idee sono stati acquistati da Hublot che (per alcuni) ne ha fatto il proprio fiore all’occhiello; pensiamo per esempio all’orologio di Anticitera.

Il Bel Canto tourbillon ripetizione minuti, pubblicato a lato, è stato ideato e realizzato dal maestro orologiaio Ranieri Illicher, di origine goriziana, ma emigrato in Svizzera, che come slogan aveva scelto “passion, italian stile”; sul movimento manuale ha inciso lo Stivale e altri ricordi marinari, il ponte del tourbillon è a forma di R.

Un altro Bel Canto (foto sopra) ha invece una storia più complessa: Pierre Dubois direttore di Pierre DeRoche, da un amico antiquario trovò tre movimenti d’epoca d’eccellente fattura, sembravano dei LeCoultre, ma il punzone dov’era? altre ricerche grazie al numero del brevetto 8172 inciso sulla platina, portarono a Numa Robert Waelti, orologiaio a La Chaux-de-Fonds che forse li aveva brevettati per qualche facoltoso cliente. Poi una volta smontati tutti i componenti apparve, sotto il ponte del bariletto, anche il punzone LeCoultre&Co.                     I movimenti, puliti e revisionati rimasero quelli del XIX secolo e nel 2010 con l’aggiunta di un modulo cronografico diventarono l’edizione limitata di 3 Grand Cliff TNT BelCanto (cronografo monopulsante carica manuale, ripetizione ore e quarti a due timbri).

Tra gli orologi musicali o con nomi legati alla musica troviamo anche i capolavori d i Christophe Claret ai qual spesso abbiamo dedicato i nostri articoli (Orchestra, orologio musicale pezzo unico in oro e titanio, Soprano ripetizione minuti con timbro cattedrale tourbillon volant del 2012; Allegro del 2015).

Christopeh Claret, Orchestra, Soprano, Allegro

Prima di Baselworld 2013 la vedova di Ernst Schneider, scomparso nel 2011, e il musicista Dieter Meier presentarono a Zurigo “Stranger in the night” orologio musicale di Ulysse Nardin con la famosa canzone, a richiesta o al passaggio del tempo indicato. Anni prima Sonata sempre di Ulysse Nardin aveva invece dato origine a qualche rimostranza, molti si aspettavano una ripetizione minuti e non un automatico con doppio fuso orario e allarme con “suono cattedrale”; il calibro UN-67 ha la gran data al 4, 24 ore Dual Time al 6, ora di programmazione della suoneria al 2, indicazione del tempo mancante all’attivazione della suoneria tra il 10 e l’11, “On-Off” al 9; l’orologio fu subito premiato in Giappone per le sue innovazioni.

Ulysse Nardin Stranger in the night

Sono un vero esercito gli orologi di Raymond Weil con i nomi di grandi opere liriche o di musicisti; la collezione Maestro annovera tra l’altro segnatempo dedicati ai Beatles e, nel 2015, al centenario della nascita di Frank Sinatra; tra i modelli più recenti Cello, perché l’attuale CEO della Marca è un virtuoso del violoncello (grande appassionato di musica lirica e classica lo era anche suo nonno Raymond; addirittura era a forma di violoncello lo stand a Baselworld). In questo orologio ø 46 mm in titanio/acciaio, w.r.200 m., calibro manuale RW1842, autonomia 105 ore, scappamento a tourbillon, ponti del bariletto e del tourbillon a ore 12 e 6, hanno la forma delle F sulla cassa dello strumento, le corde sono riproposte sul quadrante mentre le sottili lancette ricordano l’archetto, infine concentriche sulla lunetta le righe di uno spartito.

Cello di Raymond Weil con scappamento a tourbillon

 

E stato chiamato Otello anche uno degli incredibili pezzi unici presentati da Dolce&Gabbana nel 2017.

Il segnatempo deve il nome ai simboli veneziani sulla cornice d’oro che fa assomigliare questo orologio a un quadro. Cornice  che si trova con un dipinto adeguato, nella sede milanese della Casa di Mode. Il movimento a carica manuale è d’epoca ed è stato restaurato.

L’anno scorso Mido ha realizzato diversi orologi legandoli a importanti teatri d’opera, ne abbiamo scritto in maggio; l’Heritage Milano, oltre che alla Galleria, ha ritmato l’evento musicale Piano City legato alla città lombarda..

Dall’alto in senso orario, Piaget Pianoforte, Steinway&Sons, Artya guitar, Oris

Uno dei più vecchi esemplari di questa minipasseggiata fra le note, risale agli anni ’70, è il Pianoforte di Piaget in oro bianco e onice (nella cassa e nel bracciale imita la tastiera del pianoforte) realizzato per il pianista Errol Garner. Un orologio a forma di pianoforte a coda, chiamato Steinway & Sons, fu presentato al Palace di Baselword nel 2013 da Fabrizio Cavalca. Molti modelli di Artya nelle collezioni Son of a Sound sono a forma di chitarra. La Scala di Chopard è un segnatempo femminile dedicato al teatro milanese; da Hamilton la collezione Jazzmaster è dedicata al Festival del Jazz di Montreux; a questo festival anche Oris ha dedicato molti orologi, oltre alla collezione Frank Sinatra nel 2005, nel 2077 il Jazz Watch automatico per Dizzie Gillespie il cui ritratto è inciso sul fondello, mentre Parmigiani ha dedicato due orologi al 50° anniversario del Festival con il logo inciso sul fondello in vetro zaffiro.

Infine concludiamo con un Cartier dal nome più che curioso e che non ci trova molto d’accordo: Trombone, evocato nei primi anni Duemila dalla forma della cassa, nella foto, a lato, diffusa dall’ufficio stampa. Come nota di servizio ricordiamo che quasi tutti questi orologi, molti in tirature limitate, sono fuori produzione; si possono però trovare fra i secondi polso, basta avere la voglia e la pazienza di cercarli nel Mare Magnum delle offerte delle aste o in rete…

 

 

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