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Quando l’industria USA preoccupava la Svizzera

Oggi i Master all’estero vanno di moda, questo che pubblichiamo però non è un Master, potremmo definirlo il rapporto di una “Mission”. L’ha compiuta nel 1876 Jacques David su incarico della Società Intercantonale delle industrie orologiere del Jura, preoccupate dai risultati della concorrenza statunitense.

This is not a report of a Master, but of a Mission by Jacques David, Francillon’s cousin, who spent some months in U.S. visiting the most important watch industries because Swiss Export was suffering by american concurrence.

David, cugino di Ernest Francillon, era responsabile della produzione Longines. La ristampa anastatica del Rapporto, con prefazione di Walter Von Kanel, CEO e presidente di Longines, è del 1992; venne realizzata per il 125° anniversario del Marchio, al quale si accompagnava anche il 160° della nascita della fabbrica fondata nel 1832 da Auguste Agassiz che, distrutta da un incendio, rinacque con il nome di Longines. Questa azienda è sempre stata attrezzata con impianti moderni e dal XIX secolo al 1992 la produzione orologiera superò i 26 milioni di orologi.

Un collage in biblioteca del rapporto di Jacques David

L’industria americana con macchine innovative e movimenti intercambiabili creava non poche preoccupazioni alla Svizzera, ancora legata alla produzione artigianale certamente più accurata. Longines era stata una delle prime aziende a dotarsi di nuovi macchinari e la relazione di una persona affidabile che, da agosto a novembre 1876, visitò le principali industrie statunitensi, avvalorava le sue scelte; i risultati però non furono distribuiti alla stampa. I delegati ascoltarono David nel gennaio 1887 e disposero che la relazione fosse inviata alle 8 sezioni della Società Intercantonale, lasciandole libere di agire al riguardo. E c’era di che preoccuparsi.

La Elgin per esempio, nell’ottobre 1876, aveva prodotto 225 movimenti al giorno lavorando per dieci ore, alcune fonti dicevano addirittura che il lavoro non subiva soste nemmeno di notte e che ciò nonostante la fabbrica non riusciva a tenere il passo con le ordinazioni. Però la produzione di movimenti di prima qualità, quelli che si vendevano a 150 dollari era minima rispetto all’effettiva produzione. Da Waltham nel corso del 1887 questa era stimata in 95.000 pezzi annui e nessuno era di prima qualità, un’altra fonte dice che in un anno su 16.000 orologi Waltham quelli con movimenti di prima qualità erano stati solo 15. Però le esportazioni negli Stati Uniti di movimenti svizzeri ne risentivano: nel febbraio 1875 furono pari a 743.600 franchi svizzeri, ridotti a 401.900 nel 1876 e a 170.250 del 1877.

Nel marzo 1877 un secondo rapporto di J.David prese avvio da ciò che la stampa aveva pubblicato al riguardo addolcendo come si suol dire “la pillola”, aiutata anche da una dichiarazione dei dirigenti della sassone Lange che non aveva notato flessioni nelle vendite, anche se per i movimenti di 200 dollari riconosceva che quelli prodotti industrialmente dalle macchine dovevano poi tornare negli ateliers degli operai specializzati per poter essere venduti come prima qualità. Però la tecnologia industriale progrediva alacremente e le esportazioni di movimenti Elgin e Waltham verso l’Inghilterra diventavano sempre più consistenti.

Le conclusioni del secondo rapporto dimostrano, al termine dell 120 pagine scritte con ammirevole calligrafia, la preveggenza dell’autore che esortava le aziende elvetiche a colmare il gap rispetto all’America mettendo da parte l’amor proprio, continuando a servirsi, migliorandole, delle conoscenze alle quali erano giunte anche le imprese statunitensi, ma che soprattutto era importante concentrare le forze per ottenere insieme quei risultati impossibili per il singolo imprenditore.

Dopo oltre un secolo e alterne vicende sarebbe nato il Gruppo SMH (oggi Gruppo Swatch) del quale Longines fa parte.

 

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