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A tu per tu con Adam Sofineti

Nel marzo 2013 quando online è nato soloPolso ho ricevuto molte e-mail da persone che mi avevano conosciuto quando, dal 1987 al 2012, avevo diretto la rivista cartacea Orologi da POLSO, ma molto più numerose sono state quelle di sconosciuti ai quali mi legava la passione per la bella orologeria.

When soloPolso was born in 2013 I received many e-mail from friends and readers, but more from people unknown but fond of fine watchmaking like Adam Sofineti, founder of WatchPaper. In 2014 he founded Microbrand Watches, an interesting group I am following; here I am publishing his interview.

I messaggi arrivavano non solo dall’Europa, ma anche dall’America (l’Asia arrivò in seguito) e spesso chi mi scriveva aveva i genitori o i nonni italiani, qualcuno scrisse “Vorrei conoscere meglio l’italiano…”,  altri che portavano il computer dal nonno per avere la traduzione. Di qui arrivò poi quella minitraduzione introduttiva che informa i lettori stranieri dell’argomento trattato.

Dopo questo preambolo eccomi a parlare di Adam Sofineti fondatore di WatchPaper con il quale scambiammo opinioni sugli orologi ideati da appassionati; nel novembre 2014 nacque il gruppo Microbrand Watches che seguo con piacere su fb e da allora, in occasione delle feste comandate, ci scambiamo gli auguri “From Italy” e “dal Canada”.

In un periodo come l’attuale, che vede la grande industria in crisi, ma non la passione per gli orologi e soprattutto orologi “personali”, ho accolto subito l’idea di un’intervista suggeritami dal mio collaboratore a Berlino. Queste le domande e le risposte di Adam, tradotte in italiano e in qualche caso sintetizzate.

D: Qual è l’argomento principale del Gruppo su Facebook?. R: Quando ho deciso di creare un gruppo di appassionati di Microbrand , per scambiare opinioni, fotografie e interagire anche con i proprietari di aziende orologiere sono rimasto sorpreso, allora non c’erano gruppi di questo genere anche se in rete gli orologi apparivano spesso. Questa carenza è stata colmata, il gruppo è aperto a tutti, ho avuto modo di conoscere titolari di Marchi che possono promuovere i loro progetti e i blogger  parlare dei loro orologi.

D: Dove prendete le informazioni?  R: Come amministratore del gruppo controllo che tutto resti nei giusti binari senza deragliare in nessuna direzione, ho la fortuna di avere due eccellenti collaboratori, Brad Buker and Niranjan Parulekar, che mi affiancano, facciamo del nostro meglio perché il Gruppo resti un gruppo di amici. Le informazioni ci arrivano anche dai titolari di aziende con le quali abbiamo buoni rapporti.

D: Com’è nata la sua passione per gli orologi?  R: Sono sempre stato affascinato dalla tecnologia e dal design e gli orologi riuniscono entrambe queste specializzazioni. Quando ho fondato il mio primo Blog WatchPaper, riconosco che sapevo ben poco dell’orologeria, sono un designer e mi occupo di grafica. Così ho dovuto, e voluto, imparare e mi rendo conto anche oggi che più sai e meno sai. Le informazioni ci arrivano anche dai titolari di aziende con le quali abbiamo buoni rapporti.

D: Lei ha un sogno? Quale?  R: Vorrei poter partecipare alla nascita di un orologio di una grande Marca sin dall’inizio, dal suo design.

D: Altre passioni oltre agli orologi?  R: Per tenere sempre allenato fisico e cervello mi dedico alle arti marziali.

D: Con quanti Paesi è in contatto? R: La maggior parte dei Marchi principali sono svizzeri, tedeschi, anche francesi o giapponesi, ma parlando di Microbrands le cose cambiano, in quanto ce ne sono dappertutto: Asia, America, Europa, ma anche Australia e Nuova Zelanda. È eccitante vedere orologi ideati e realizzati in paesi dove non esiste una tradizione orologiera, specialmente quando inseriscono idee e motivi che sono propri della loro terra.

D: Lei è presente a Ginevra e a  Basilea? R: Preferisco il JCK alle fiere svizzere; per molte ragioni, è molto più piccolo e io come blogger, posso avere un miglior contatto con gli espositori; chi viene al JCK vuole entrare in rapporti seri con il mercato Nordamericano e per un canadese questo è importante.

DOrganizzate qualche evento particolare?  R: Una o due volte all’anno organizziamo un incontro con i collezionisti, è un po’ come un incontro aL Red Bar, ma lo chiamiamo WatchPaper Happy Hour.

D: Last but not least, ha qualche critica costruttiva da fare ai big degli orologi?  R: So che i tempi non sono facili per i grandi Marchi, i tempi cambiano velocemente ed è difficile prevederli e uniformarsi con la produzione ai mutamenti socio-economici-politici. Capisco il ricorso ai modelli Heritage scegliendo modelli iconici e aggiornandoli con movimenti attuali e casse adeguate, ma come designer mi sembra triste che un Marchio vada a Basilea con revival e non con modelli nuovi. Invece di rivolgersi al passato dovrebbero cercare di creare qualcosa di nuovo, qualcosa che nel tempo possa identificarsi con quei modelli iconici ai quali oggi si riferiscono. Tra 50 anni guardando ai modelli del 2016-2017 non troveremo Marchi che saranno stati esclusi per mancanza di creatività e fra loro i grandi, gli indipendenti, ho paura che molti non ci saranno perché non hanno mostrato coraggio nell’interpretare il loro tempo.

Febbraio, emblematica la nuova immagine del gruppo

Buon lavoro Adam, so che ci sono molte iniziative in working-progress nel gruppo, ne parleremo al momento opportuno e grazie della frase che precedeva le risposte e che non potevo non pubblicare: “Thank you very much for your interest and your support for the Microbrand Watches group, it is an honour to have you as a member”. Elena Introna

 

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