Caricamento immagini...

Orologeria in rosa

Oggi le donne manager non fanno più notizia, nemmeno in orologeria. Il primo esempio però risale a Vacheron&Constantin che negli ultimi decenni dell’Ottocento fu guidata con successo, fra l’incredulità e le critiche della rigida comunità ginevrina, da Catherine-Etienette, vedova di Jacques Barthelemy Vacheron, insieme alla nuora Laure, vedova di Charles Vacheron.

Even if it’s quite normal now to see Ladies managing firms, among watchmaking Brands the first example arrives from Vacheron&Constantin in XIX Century. Now there are daughters entering in family’s firm, others owing their firm, among them there is also Betty Fiechter who bought Blancpain Brand. Few people knew her, Lady Bird’s Anniversary brought her in pole position. 

Ai nostri tempi ci sono figlie che hanno affiancato i padri proseguendone poi l’attività (pensiamo a Barbara Monti di Eberhard & Co., ai negozi Wempe in Germania o all’orologeria Pisa a Milano), imprenditrici come Giselle Rufer-Delance e altre che fanno rivivere storici Marchi come Christine Hutter per Moritz Grossmann, mentre Jasmine Audemars guida da molti anni il Board of Directors di Audemars Piguet.

Nel campo dell’alta orologeria però è stato a lungo ignorato il nome di Betty Fiechter per Blancpain. Oggi su un depliant dedicato al 60° anniversario del Lady Bird si legge che è stata la prima a possedere e dirigere un’impresa orologeria. L’esempio delle due signore Vacheron è stato ignorato, ma non è raro che chi lavora in un gruppo non sia al corrente di ciò che riguarda la concorrenza.

Ma chi era Betty Fiechter? Io ne ho conosciuto il nome parlando con un nipote, militare in pensione, che negli anni ’90 gestiva l’albergo Lalande a Le Brassus. Betty era una donna forte che aveva affiancato Fréderic Emile Blancpain dirigendo l’azienda per molti anni con mano ferrea (e a quanto ricordava il nipote nessun guanto di velluto); nel 1933, dopo la  morte di Blancpain, aveva acquistato il Marchio insieme a André Leal chiamando l’impresa Rayville (anagramma di Le Villeret) succ.de Blancpain.

Vicino all’albergo Lalande c’era la Blancpain moderna, proprietà di Jean-Claude Biver e Fréderic Piguet e in quegli anni chiesi a molti se avessero sentito parlare di Betty Fiecther, solo un paio di colleghi tedeschi risposero affermativamente. Oggi con la sempre maggior presenza femminile in campo orologiero l’oblio si è dissolto, anche se limitato all’anniversario del LadyBird, che nel 1956, con il calibro manuale R550, ø 11,85 mm, fu il più piccolo orologio rotondo al mondo.

Anche in Italia le quote rosa in orologeria sono numerose. Laura Gervasoni è a capo di Patek Philippe Italia, Patrizia Aste di Breitling Italia, Laura Burdese dell’Italy Swatch Group ed è in arrivo un cambio della guardia da Parmigiani Fleurier Italia; Elena Camera è brand manager da Piaget e alcuni marchi del Gruppo Swatch sono affidati a mani femminili. Infine tornando in Svizzera, da Victorinox responsabile degli orologi Wenger è Arianna Pozza.

One comment on “Orologeria in rosa

  1. Lorenzo Sutti ha detto:

    Ma per Blancpain è normale dire di esser l’unica!!!! :’-)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *