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A tu per tu con Yves Vulcan di Darwel

Gli espositori svizzeri a Baselworld (ma ancora prima, quando la manifestazione era solo la MusterMesse, poi Fiera Europea e Salone Mondiale della gioielleria e dell’orologeria) hanno sempre avuto un ottimo ufficio stampa.

Swiss exhibitors in Baselworld (but also when, many years ago, the name was MusterMesse and then European Fair and World Jewellery and Watches Exhibition) have always had a very good press service. To day Yves Vulcain tell us Darwel’s history answering to our questions.

Negli anni ’90 Anne Vulcan, dopo aver lavorato da Darwel apportandovi nuove idee (tra l’altro ricordiamo la presentazione delle novità su grandi schemi durante la Giornata della Stampa) acquista la società; suo figlio Yves, oggi proprietario e direttore di Darwel S.A. ce ne racconta la storia.

“Darwel – dice Yves – è nata nel 1963 quando tre esperti di comunicazione e di orologi lasciarono l’agenzia Trio e si misero in proprio; fra loro Roland Schild, che nel 1967 ebbe l’idea di fondare il primo ufficio svizzero (e forse il primo nel mondo) specializzato nella comunicazione orologiera. Darwel è tuttora incaricata della promozione e delle relazioni con il mondo dei Media per le Marche svizzere. Allora il mondo digitale era agli inizi, in breve però scomparvero le fotografie in bianco e nero, quelle a colori, le diapositive e i comunicati inviati per posta alla stampa specializzata in gioielli e orologi”.

Yves Vulcan, PROPRIETARIO E DIRETTORE DI DARWEL S.A:

Yves Vulcan, proprietario e direttore di Darwel S.A.

D: I ruoli si sono invertiti, prima sei stato il figlio di, poi lei è diventata la mamma di, c’è stata competizione tra passato e futuro?  R: Nel 2003 ho preso la direzione dell’azienda e per un anno due generazioni sono state in coabitazione. Prima avevo fatto esperienze di marketing in altri settori svizzeri, ricordo ad esempio l’operazione “Legumes Attack”, che aveva promosso nell’alimentazione dei bambini il consumo dei legumi, spingendoli ad amarli. Nel 2004 il cambiamento è stato completato, il digitale imperava e Darwel diventa agenzia di Pubbliche Relazioni, Comunicazione ed Eventi nel mondo del Lusso. Da novembre a marzo ci occupiamo di Baselworld, nel resto dell’anno operiamo come una normale agenzia.

D: Si ha paura dei cambiamenti o si ha il coraggio di agire?  R: Non si deve avere paura dei cambiamenti; permettono ogni volta di rimettersi in discussione, bisogna però affrontarli di volta in volta, tenendo presente anche diverse soluzioni possibili. guardando al futuro e oltre al traguardo, occorre avere ben presente la strada da imboccare per raggiungerlo. Sono le regole che ho imparato dai miei genitori e che voglio trasmettere ai miei figli, oltre che ai miei collaboratori.

D: Le Aziende delle quali vi occupate comprendono questa necessità? R: L’industria dell’orologeria si basa sulla tradizione, il savoir-faire che si tramanda da una generazione all’altra, ma sa – e ha sempre saputo – adattarsi ai tempi, attraversando periodi di crisi e ristrutturazioni, accettando rapidamente i cambiamenti; forse sono le aziende più grandi, rispetto a quelle più piccole e snelle, ad avere bisogno di maggior tempo per adeguarsi alle novità.

BASELWORLD  Media Centre

BASELWORLD Media Centre

D: In questi 50 anni quali sono stati i cambiamenti più evidenti nel lavoro con BaselworldR: Abbiamo seguito l’espansione dei mercati del lusso e da vicino quella dell’orologeria svizzera; riteniamo che si tratti più di una rivoluzione che di un’evoluzione; l’industria e i mezzi di comunicazione sono cambiati totalmente diventando mondiali e globali. Dai 200 giornalisti per i quali preparavamo comunicati in tre e poi in quattro lingue, fotografie in b/n poi diapositive e infine cd, siamo arrivati a 6 lingue e a oltre 15.000 nominativi. Durante Baselworld forniamo ai giornalisti 800 chiavette USB con il materiale sugli espositori elvetici, mentre duemila sono i professionisti che, per avere notizie e immagini, si collegano con la nostra piattaforma. (n.d.r.http://www.swisstime.ch/ en/ baselworld/download-center/)

Nel 1999 per i nuovi modelli  degli espositori svizzeri veniva preparata una scheda

Nel 1999 per i nuovi modelli degli espositori svizzeri, veniva preparata una scheda con una foto b/n e una diapositiva (entrambe fissate); il testo in 4 lingue era stampato fronte e retro. Un lavoro certosino per Darwel e un imponente bagaglio di archivio

D: Come sono cambiati i Media e i giornalisti?  R: Abbiamo visto un’identica rivoluzione. Un tempo c’erano solo gli “specializzati”, che si occupavano di orologi e gioielli; oggi se ne occupano tutti: TV pubbliche e private, carta stampata (lusso, fashion, lifestyle), web; insomma tutti i Media che abbiano inserzionisti di marchi di orologi e gioielli, vengono considerati stampa di settore, altrimenti non ci si spiegherebbe l’aumento dei giornalisti accreditati a Baselworld; erano 500 vent’anni fa, sono diventati 4300 nel 2015. Il digitale ha preso il posto del materiale fisico, la chiavetta quello della cartella stampa, lo smartphone quello della matita.

In effetti noi “veri” specializzati, di fronte a questi cambiamenti e a queste cifre, ci sentiamo un po’ dei sopravvissuti; negli anni ’80/’90 gli italiani potevano essere contati sulle dita delle mani e le testate non arrivavano a venti. Adesso siamo…la metà di mille. Comunque Yves buon lavoro e arrivederci dal 17 al 24 marzo 2016. Completiamo qui anche le sue risposte dicendo che nel Centro Media si trovano anche cartelle stampa di espositori di altre nazioni.

 

 

 

 

 

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