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a ruota libera: Massimo Carraro

B massimo Carraro -  copiaNel 2011 sulla rivista orologi da POLSO ho ideato la rubrica libero arengo, dove chi operava nel mondo orologiero poteva scrivere senza che fossero apportate modifiche a quanto espresso. Il primo ad accettare l’invito (che poi è stato accolto da altri nomi importanti, a partire da Franco Cologni) è stato Massimo Carraro, CEO del gruppo Morellato&Sector. Adesso in rete è ancora Carraro (foto a lato), che inaugura “a ruota libera” parlando della Cina, ritenuta da molti l’Eldorado.

 

La Morellato ha aperto in Cina numerosi negozi e negli ultimi tre mesi ha inaugurato tre nuovi monomarca, uno a Shenzen e due a Hong Kong (il 24/9 all’interno dell’importante centro commerciale d’arte K11, portando così a otto le sue presenze a Hong Kong).

Hong Kong il primo store Morellato

Hong Kong il primo store Morellato

A Hong Kong per “fare marca”

“Quando ho deciso di entrare sul mercato cinese con orologi e gioielli Morellato, i miei colleghi mi hanno dato del matto – dice Carraro – ma ci sono abituato, avevano detto lo stesso quando ho rilevato i marchi del Gruppo Sector, compreso Philip Watch al quale ero affezionato perché un Philip Watch mi era stato regalato per la Prima Comunione.

Per la Cina la frase ricorrente era: è un mercato al top, vogliono i marchi del lusso, devi avere un partner locale. Ma la Cina non è solo Pechino o Shanghai; ci sono decine di altre città e molte hanno più abitanti della Lombardia. Perché ostinarsi a pensare solo ai mercati europei? Certo non è facile integrarsi con una cultura così diversa, né si può pensare di “fare le valigie” e arrivare dove non ci sono negozi specializzati e non è poi nemmeno facile gestire il personale o lo shop-in-shop. Nel 2005 avevamo un partner cinese. Nel 2010 eravamo pronti per il grande passo, infatti siamo entrati “pesantemente” nel mercato con società a Shanghai e a Hong Kong, importantissimo per “fare marca”; sono sempre più numerosi i cinesi che vi si recano per fare acquisti”.

La boutique Morellato al K11 di Hong Kong

La boutique Morellato al K11 di Hong Kong

Crescita a una o due cifre

“La Cina, è vero, ha avuto una battuta di arresto; si sta riprendendo, ma non con la velocità del passato. La crescita, prima a due cifre, è ferma su una cifra sola. I cinesi hanno comunque quella voglia di vivere che da noi sembra essersi spenta aumentando  lo stato depressivo. Si è poi verificato un fatto nuovo: il lusso sino a qualche anno fa era legato a grandi Marchi e quindi solo a un pubblico d’élite, anche se in quella nazione parlare di centinaia di migliaia di persone significa rivolgersi ad una “nicchia elitaria”. Adesso anche la classe media si è allargata, interpreta i cambiamenti di una società che si è letteralmente trasformata e cerca un lusso che sia “accessibile”; qui c’è di nuovo la crescita con percentuali a due cifre.

In Cina abbiamo circa 180 punti vendita, direi che abbiamo impostato una sfida e che l’abbiamo vinta. Io non mi reputo uno stilista, specialista di prodotti, esperto di marketing, però sono sicuro di essere un osservatore: mi piace guardare la gente e cercare di comprenderla. Un’azienda italiana deve essere l’interprete del Made in Italy, per me è una missione: abbiamo valori di eccellenza che ci sono pervenuti da secoli lontani e dobbiamo continuare a proporli”.

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